In Sardegna si contano ogni anno circa 10 casi di meningite; ma “anche nella nostra Regione vi è un fenomeno di sottonotifica, dovuto anche al fatto che al laboratorio di riferimento dell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Sassari, in rete con quello dell’Istituto Superiore di Sanità, dovrebbero afferire i campioni da tutta l’Isola, ma di fatto pervengono solo campioni dal Nord“. A dirlo è Paolo Castiglia, professore ordinario di Igiene e medicina preventiva all’Università di Sassari. Contro la meningite, aggiunge l’esperto, “l’unica prevenzione primaria possibile è il vaccino.
Il vaccino. E’ stato recentemente autorizzato un vaccino anche contro il meningococco B, che si aggiunge a quelli già disponibili contro i sierogruppi A,C, W135 e Y. Una buona diffusione del vaccino induce tra l’altro la cosiddetta immunità di gruppo, protegge cioè tutta la popolazione, perché riduce la circolazione del batterio. La prevenzione secondaria, invece, si attua con antibiotici nei familiari e nei contatti di chi è stato contagiato”. La prima fascia di popolazione da proteggere con la vaccinazione, conclude Castiglia, “è quella dei bambini entro il primo anno di vita, perché sono quelli a maggior suscettibilità. L’altro gruppo di età che dovrebbe essere vaccinato è quello degli adolescenti, che rappresenta il principale serbatoio dell’infezione. Di certo, l’offerta dev’essere attiva e gratuita”.