Maxi giro di fatture false e oltre 25 milioni evasi: smantellato un sistema di imprese fittizie con base a Sassari

Un sistema rodato, ramificato in tutta Italia e proiettato verso l’Oriente, è stato smantellato dalla Guardia di Finanza di Oristano. Al centro dell’inchiesta condotta dalla Procura di Sassari, una coppia di coniugi cinesi residenti a Sassari, indicati come mente e motore operativo di un vasto giro d’affari illegale fondato su società fantasma e prestanome compiacenti.

Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, attraverso una rete di aziende create ad hoc – due società di capitali, cinque ditte individuali e tre studi professionali – la coppia avrebbe orchestrato un sistema di frode fiscale capace di generare oltre 25 milioni di euro in fatture per operazioni inesistenti. Il tutto condito da un’evasione dell’Iva per quasi 5 milioni e l’omesso versamento di più di 300mila euro in ritenute Irpef e contributi previdenziali.

L’operazione, condotta con il dispiegamento di oltre 60 finanzieri, ha toccato anche Roma e Milano, dove sono state effettuate perquisizioni nei confronti di soggetti e aziende coinvolti nel meccanismo. Il cuore pulsante della frode si trovava nella zona industriale di Sassari: un impero commerciale formato da rivendite all’ingrosso di casalinghi, negozi di elettronica e telefonia, punti vendita della grande distribuzione e ristoranti. In apparenza, tutto sembrava regolare. Ma dietro le quinte, i titolari formali delle imprese – in realtà semplici prestanome – figuravano come dipendenti, mentre i reali gestori facevano transitare i proventi su conti correnti esteri, soprattutto in Cina.

Molte di queste attività, secondo gli inquirenti, erano create con l’obiettivo di durare poco: venivano aperte, operavano per uno o due anni, poi chiudevano i battenti senza adempiere agli obblighi fiscali e contributivi, lasciando dietro di sé debiti e irregolarità. Una strategia studiata per eludere i controlli e svanire prima che il fisco potesse bussare alla porta. Quattro persone – tutte di nazionalità cinese – sono attualmente indagate per reati che vanno dall’emissione di fatture false all’autoriciclaggio, passando per l’occultamento di documentazione contabile e la sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte. L’indagine resta aperta, e non si escludono ulteriori sviluppi.

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