Davide Zedda è un giornalista pubblicista sardo che si è fatto largo nel mondo del complottismo (Green pass e vaccini sono la sua specialità). Lo scorso 4 luglio, il giorno dopo la tragedia della Marmolada, dove un pezzo di ghiacciaio si è staccato e ha ucciso undici persone (otti l’ultimo corpo ritrovato), ha diffuso sul suo canale Telegram da oltre 70mila seguacei una falsa notizia. Secondo Zedda la frana è stata voluta e determinata da una carica di esplosivo.
“A pensar male – si legge nel suo testo Telegram – si fa peccato, ma spesso ci si azzecca, specie se in possesso di informazioni molto chiare su questa (strana?) tragedia. Alla vigilia della dichiarazione di stato di emergenza per crisi idrica, dopo aver dimostrato con centinaia di video che la crisi non esiste, che nel 2018 si era deciso di farla scattare nell’estate del 2022, ecco che si verifica la tragedia per inchiodare l’opinione pubblica al pensiero unico del mainstream, che come ben sappiamo ed abbiamo dimostrato, è gestito dai servizi segreti. La colpa, dicono, è del caldo e del cambiamento climatico, ovviamente manipolato dalle Nazioni. Quindi? – si interroga il giornalista complottista -. Sono state piazzate delle cariche esplosive ed il ghiacciaio si è staccato ed è andato giù. I più attenti immagino ci siano già arrivati, chiedo a tutti di rifletterci. Arriverà il giorno che salteranno fuori le prove”.
La teoria di Zedda non è sfuggita qualche giorno fa nemmeno al direttore del Tg di La7, Enrico Mentana, nonché fondatore di Open, il giornale online che ha ripreso la notizia. Mentana l’ha ripostata sul proprio profilo Facebook con una sola parola di commento: “Delirio”, ha scritto il direttore. Non fosse altro che lo stesso Zedda non solo non ha portato uno straccio di prova, a corredo della sua teoria complottista, ma lo ha pure ammesso. Insomma, la storia delle cariche esplosive – spacciata come informazione particolare – è pura invenzione propinata come notizia. A misura di creduloni.
