Marcia della pace per restituire la speranza alla gente

Educazione, lavoro, dialogo tra le generazioni. Sono i temi della trentacinquesima marcia della pace, in programma a Sanluri il 29 dicembre. “Un cammino per seminare speranza soprattutto in questo difficile momento di pandemia – ha detto il presidente del comitato promotore don Angelo Pittau presentando a Cagliari l’iniziativa – Speranza, ma anche operatività per un futuro che passi attraverso la scuola e l’occupazione.

La Sardegna ha assolutamente bisogno di speranza e di risposte”. Un messaggio ribadito anche da don Marco Lai, direttore della Caritas di Cagliari. Testimonial principale l’arcivescovo di Cagliari, Giuseppe Baturi. Inizio (ore 15) e conclusione (ore 18) sono entrambi al parco comunale di Sanluri. Nelle precedenti edizioni la partecipazione è stata massiccia con migliaia di persone in marcia. Quest’anno gli organizzatori hanno predisposto l’iniziativa pensando anche al Covid: per questo i partecipanti sono invitati a indossare la mascherina, a portare il gel per igienizzare le mani e a mantenere la distanza di sicurezza.

“Mi conforta moltissimo sapere che il Papa ha scelto come tema della Giornata mondiale della pace 2022 l’educazione, il lavoro e il dialogo tra generazioni, perché sono ambiti – ha sottolineato don Marzo Statzu, direttore della Caritas diocesa di Ales Terralba – nei quali in questi ultimi anni stiamo cercando si investire le nostre idee e le nostre risorse in uno dei territori che più di tutti in Sardegna sperimenta la dispersione scolastica e la mancanza di lavoro”.

La marcia è organizzata anche dalla delegazione regionale della Caritas e con la partecipazione del Csv Sardegna Solidale. “Il mondo del volontariato sardo come sempre darà il suo contributo – ha assicurato il presidente Giampiero Farru -. Anche se la nostra rete rischia di subire danni incalcolabili. Ci sono otto ricorsi pendenti in diversi tribunali di organizzazioni di volontariato per evitare che questa rete sia dissolta. E questi saranno giorni decisivi: aspettiamo notizie che ci diano serenità”.

Il problema era sorto un anno e mezzo: il Centro di servizio per il volontariato (Csv) Sardegna Solidale non aveva ricevuto l’accredito dell’organismo nazionale di controllo (Onc). Una decisone mai digerita dai volontari sardi.

[Foto di repertorio]

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