Dopo quasi trent’anni, la vicenda di Manuela Murgia, la sedicenne trovata senza vita il 5 febbraio 1995 tra le rocce della necropoli di Tuvixeddu, potrebbe finalmente avere un nuovo capitolo giudiziario. Il 7 luglio, nel palazzo di giustizia di Cagliari, verranno eseguiti gli accertamenti tecnici irripetibili sugli abiti, le scarpe e gli accessori che la ragazza indossava il giorno della morte. L’incidente probatorio è stato fissato alle 9:30 dal giudice Giorgio Altieri, dopo il rinvio dell’udienza prevista lo scorso 4 giugno.
La nuova indagine è partita ufficialmente il 30 marzo 2025, quando il caso – inizialmente archiviato come suicidio – è stato riaperto con l’ipotesi di omicidio. A fine maggio è stato iscritto nel registro degli indagati Enrico Astero, all’epoca dei fatti fidanzato della ragazza, oggi 54enne. L’accusa ipotizzata è omicidio volontario.
Al centro dell’attenzione ci sono i reperti custoditi dal 1995 nella sede dell’allora istituto di medicina legale, dove fu effettuata l’autopsia. Le analisi avranno lo scopo di individuare tracce biologiche utili all’estrazione di profili genetici, da confrontare con quello dell’unico indagato. Verranno cercate anche impronte papillari latenti, utilizzando strumenti e tecnologie di ultima generazione. Inoltre, è prevista un’analisi merceologica: si cercheranno tracce di elementi chimici, come residui di vernici o pneumatici, che potrebbero raccontare nuovi dettagli sulla scena o sulle dinamiche della morte.
Per garantire la massima trasparenza, il gip ha incaricato ufficialmente i carabinieri del Ris di Cagliari di condurre le analisi in tutte le loro componenti – biologiche, dattiloscopiche e chimiche – in contraddittorio con le parti.
La famiglia di Manuela sarà rappresentata dagli avvocati Giulia Lai e Bachisio Mele, che hanno nominato come consulente tecnico il genetista forense Emiliano Giardina. La difesa di Enrico Astero, assistita dall’avvocato Marco Fausto Piras, ha invece scelto di avvalersi dell’esperienza dell’ex generale del Ris Luciano Garofano.