Mail di Becciu a Bergoglio sulla ‘nemica’ Chaouqui: “Ammessa al baciamano, ma mi minaccia”

Il cardinale Angelo Becciu ancora protagonista nel tribunale del Vaticano, dove si sta tenendo il processo sulla gestione dei fondi che erano in capo alla Segreteria di Stato, di cui il porporato sardo è stato il numero due. Ieri in aula Becciu, accusato di peculato e abuso d’ufficio, ha reso delle dichiarazioni spontanee, poi ha letto un suo scambio di mail con papa Francesco.

I messaggi sono datati agosto 2022. Il cardinale lamentava sull’atteggiamento di Francesca Immacolata Chaouqui, la calabrese che faceva parte di Cosea, la Pontificia commissione che studia e organizza la struttura economico-amministrativa della Santa Sede. Nelle mail inviate a Bergoglio, Becciu diceva a chiare lettere di non gradire che la donna fosse ammessa al baciamano col Pontefice nell’udienza generale, dopo che in precedenza le era stato imposto il divieto di entrare in Vaticano.

“Santo Padre, sono spiacente, ma non posso non manifestarle la mia profonda costernazione di fronte alla pubblicazione delle foto che ritraggono la signora Chaouqui ammessa al baciamano nell’udienza di ieri – scriveva Becciu il 19 agosto scorso -. Ecco i motivi del mio disappunto”. Becciu ne elenca tre. Come primo annota: “Quando nel 2017 le presentai, caldeggiandola, la domanda di grazia di detta signora per condonarle i pochi mesi che le mancavano all’estinzione della pena, Lei mi rispose, in un tono severo che mai Le avevo visto, in questi termini: ‘La mia risposta è negativa e Lei non mi deve mai più menzionare questo nome. Inoltre rimane valido per sempre il divieto di farla entrare in Vaticano’. In tali termini, come Sostituto, io risposi a nome Suo alla signora. Questa reagì pesantemente accusandomi di essere stato io ad oppormi alla grazia e minacciandomi vendetta crudele nei miei confronti. La vendetta la sto pagando da due anni ed è sotto gli occhi del mondo intero”.

Ecco il secondo motivo messo nero su bianco da Becciu: “Con il baciamano di ieri – scriveva il cardinale di Ozieri sempre il 19 agosto – io sono stato smentito pubblicamente e la signora acquisterà maggiore forza per continuare a demolirmi con tutti i satanici mezzi di cui e capace”. Quindi il terzo motivo: “Il fatto più grave è il seguente e si inserisce nel contesto del processo penale in corso nei miei confronti. Con il gesto di ieri Lei, Santo Padre, ha rotto il tanto conclamato Suo impegno di neutralità nel Processo”.

Ha continuato Becciu, sempre rivolgendosi a Bergoglio: “Lei saprà che detta signora appare dagli atti giudiziari come una delle mie accusatici, ora ricevendola Lei ha manifestato solidarietà con essa e indiretto sostegno alle sue tesi accusatorie nei miei confronti. In termini processuali il suo atto non sarà visto come promanante dal Papa ma dal Primo Magistrato dell’ordinamento giuridico dello Stato del Vaticano, e quindi come un’ingerenza nel processo. Tanto mi sono sentito in dovere di comunicarle e nel mentre Le porgo devoti ossequi”.

Lo stesso giorno il Papa risponde a Bergoglio: “Caro Fratello, grazie tante per la sua e-mail. Mi dispiace che questo gesto di saluto possa fare del male. Mi hanno domandato se la Signora poteva venire con i suoi figli alla udienza generale e avere un baciamano…, e pensai che se le farà bene, che venga”. Continua Bergoglio: “Poi, le dico che ho quasi dimenticato la ‘avventura’ di questa Signora. Neppure so che è immischiata nel giudizio, non entro in quello. Le chiedo scusa e perdono, se questo l’ha offesa e lastimata. È solo colpa mia, anche dell’abitudine di dimenticare le cose brutte. Per favore mi perdoni, se l’ho offesa. Prego per lei, per favore lo faccia per me”.

Oltre alle accuse per peculato e abuso d’ufficio, contro Becciu c’è anche un’indagine parallela emersa dopo il lavoro investigativo fatto dalla Guardia di finanza e dalla Procura di Oristano: il cardinale è anche accusato di associazione per delinquere, un’accusa sempre legata ai fondi in arrivo dalla Santa Sede ma che ruotano intorno alla Spes, la cooperativa sociale del fratello Antonino, e alla Diocesi di Ozieri.

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