Mafia Capitale, le infiltrazioni nell’Isola. Caccia ai prestanome galluresi

È caccia in Gallura alla rete di prestanome di Ernesto Diotallevi, presunto banchiere della banda della Magliana,  vicino a Massimo Carminati figura chiave al centro della maxi inchiesta della Procura di Roma, Mafia Capitale. La notizia si legge nelle pagine de L’Unione sarda oggi in edicola. E nel maxi sequestro da 100 milioni di euro disposto dal Procuratore capo romano, Giuseppe Pignatone, e dai tre pm che hanno sollevato il caso ci sono appunto 35 villette a schiera in alcuni residence di Olbia e un appartamento a Porto Rotondo. Tutti riconducibili a Diotallevi, alcuni sarebbero stati anche messi in vendita. Tutto è tracciato dalle informative della Guardia di Finanza, Gico (Gruppo investigazione criminalità organizzata).

I nomi e le società. Uno dei tramiti tra i boss e il mercato immobiliare locale è il presunto collaboratore, Roberto Ciotti. Suo il compito di tessere i rapporti e curare le collaborazioni. C’è poi la società C Immobiliare di Alessandro Floris e ancora Il Molo srl, di Porto Rotondo. In particolare, quest’ultima, intestata a una famiglia di Olbia sarebbe stata costituita apposta per l’acquisto di un appartamento nel borgo turistico. Al momento contestazione formale.

 

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