“Non siamo alla ricerca di capri espiatori, ci interessa capire dove nasce la violenza e come intervenire”. Così il sindaco di Lula Mario Calia, in una affollata assemblea pubblica che si è svolta questa sera in Municipio, e convocata dopo l’ultimo fatto di sangue, quando è stato ucciso a fucilate nel suo podere in campagna l’allevatore di 63 anni Giovanni Calia.
L’ultimo di un’escalation di fatti di violenza, che in meno di due anni ha mietuto tre vittime. “Guardiamo al mondo giovanile – ha aggiunto il sindaco -. È necessario che i giovani imparino il rispetto in maniera tale che non nasca più certa violenza”.
Tensione e silenzio nell’assemblea. Dopo il discorso del sindaco è stata la consigliera di opposizione Elvira Calia a rompere il ghiaccio: “L’ultimo fatto di sangue ci obbliga al silenzio – ha spiegato-. È stato ucciso un uomo che si stava riscattando. Oggi possiamo solo mandare un abbraccio alla famiglia di Giovanni e per tutte le analisi di malessere sociale dobbiamo calendarizzare degli incontri e capire cosa sta succedendo nella comunità”.
“Dobbiamo rimarcare che siamo qui per condannare fermamente la violenza – ha aggiunto il parrocco del paese, don Salvatore Goddi – e dobbiamo sancire in questa riunione che dopo aver preso l’ultimo colpo dobbiamo rialzarci”. Alla fine dell’incontro il sindaco ha predisposto una serie di incontri a partire da novembre, a cui saranno invitate le associazioni e i ragazzi per cercare di far ritornare il sereno nella comunità.
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