L’operatore ecologico che ha sparato aveva già minacciato di morte un collega

Arrivano nuovi dettagli in seguito alla tragedia di questa mattina ad Alghero, quando Antonio Rosario Urgias, operatore ecologico originario della città catalana, 40 anni, ha sparato a due suoi superiori alle gambe, dopo un’ennesima discussione lavorativa, poi ha rivolto la pistola contro di se stesso e si è ucciso. Non era in turno, ma si è presentato comunque attorno alle 5.30 del mattino nel quartier generale della società per la quale lavorava e che gestisce la raccolta dei rifiuti per conto del Comune di Alghero, nella zona artigianale di Ungias Galantè.

Urgias era stato assunto dalla stessa società un anno fa, dopo anni di precariato. Secondo le testimonianze dei colleghi raccolte dai carabinieri della stazione di Alghero, che eseguono le indagini disposte dalla Procura di Sassari con il pm Mario Leo, l’uomo aveva iniziato a minacciare i suoi superiori. “Adesso ve la faccio pagare, adesso ve la faccio vedere io”, avrebbe urlato. All’inizio qualcuno aveva pensato a uno scherzo ma poi l’uomo è andato verso la sua auto, e ha estratto una pistola calibro 7.65. Mentre gli operai in turno cercavano di mettersi al riparo, avrebbe urlato ancora.

Un collega ha cercato di farlo ragionare, ma l’ira dell’omicida era troppa verso i due superiori ritenuti colpevoli dei suoi problemi economici e dei dissidi con il datore di lavoro, che gli era costato un demansionamento e il mancato accoglimento di una richiesta di essere destinato ad altri compiti. L’operaio, che lamentava di non aver neanche potuto comprare un regalo di Natale per la figlia, è esplosa insieme ai colpi di pistola che hanno raggiunto il direttore dell’ecocentro Ivan Cherchi, 43 anni, a entrambe le cosce e a un ginocchio, e il ragioniere Sergio Florulli, 57 anni, alla coscia destra.

Un matrimonio alle spalle e due figlie, Urgias aveva già avuto qualche problema con la giustizia per il suo passato turbolento: in uno degli ultimi episodi si era asserragliato all’interno degli uffici comunali con due dipendenti mettendo sottosopra una stanza. Poi era arrivato il contratto di stabilizzazione con la società che gestisce lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani di Alghero e che sembrava una svolta nella sua vita, almeno sino all’epilogo di oggi. Stando a quanto emerge dall’attività investigativa, Urgias era entrato in conflitto con l’azienda e con i due feriti: il direttore Cherchi già nel recente passato era stato destinatario di minacce di morte a opera dell’aggressore suicida.

Stavolta le discussioni sarebbero nate dopo una decisione di addebitargli i danni da lui causati alla guida dei mezzi usati per il ritiro dei rifiuti. Si parla anche di un bonus da poche centinaia di euro che Urgias avrebbe lamentato di non avere ricevuto questo fine anno, ma su tutti questi aspetti, come sulla confusa dinamica degli eventi, a fare chiarezza saranno gli investigatori dei carabinieri guidati dal capitano Michele Marruso, comandante della compagnia di Alghero. Ad aiutare i militari in questo compito anche i colleghi del Ris, che sono intervenuti per i rilievi tecnici sul luogo della tragedia che ha sconvolto la comunità cittadina a poco meno di 48 ore dal Capodanno.

Intanto i due feriti, che non corrono pericolo di vita, sono stati trasportati al pronto soccorso dell’ospedale Civile di Alghero. Da lì il più grave, Cherchi, è stato immediatamente trasferito in sala operatoria per la ricomposizione della frattura scomposta di femore e ginocchio destri.

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