Brutta tegola per le famiglie di Lodè con figli in età pediatrica. Dopo diversi anni di servizio negli ambulatori del territorio, con un bacino di utenza che copriva anche altri comuni della Baronia (Siniscola, Posada, Torpè), dal 18 ottobre scorso la pediatra di base è stata trasferita presso altra sede, lasciando più di 950 bambini senza medico.
A lanciare l’allarme è la sindaca di Lodè, Antonella Canu, che sollecita l’Ats e l’Assl di Nuoro per trovare una soluzione con urgenza. “Si tratta di un grave problema che riguarda centinaia di famiglie, in quanto anche altri paesi del distretto sanitario di Siniscola si trovano nella stessa situazione. È vergognoso che, chi di dovere, non abbia ancora provveduto alla nomina di un sostituto, lasciando scoperto un servizio essenziale per una fascia debole come quella dei bambini”.
Dal 18 ottobre, dunque, a più di 950 bambini fino ai 6 anni mancherà il diritto alla salute e alle cure, senza tempistiche certe sulla presa di servizio di un nuovo pediatra. “Non è accettabile che in un territorio vastissimo quale quello della Baronia sia presente un solo pediatra che ha però raggiunto il numero massimo di assistiti – denuncia la sindaca –. Abbiamo già sollecitato, attraverso una lettera, l’Ats e l’Assl di Nuoro sulla questione, senza però ottenere alcuna risposta. Questo è l’ennesimo disagio causato dallo stato di degrado della sanità territoriale e dalla mala-gestione”.
I problemi nel territorio non mancano e riguardano anche i pazienti oncologici. Oggi la parlamentare Maria Lapia (Centro democratico) ha inviato una lettera al commissario straordinario dell’Ats Massimo Temussi e all’assessore alla Sanità Mario Nieddu, affinché a Siniscola riprendano le terapie sospese con la chiusura del servizio a marzo 2020: “Ats e Assl riattivino immediatamente le terapie oncologiche a Siniscola, che serve tutta la Baronia. Il ministero alla Sanità ora ha autorizzato gli ambulatori di Macomer e Siniscola alle terapie. Un anno fa la chiusura era dettata da ‘motivi di sicurezza’: nell’ambulatorio non c’era un reparto di Rianimazione. Una situazione che ha costretto tanti pazienti oncologici a pesanti trasferte all’ospedale San Francesco di Nuoro”.