Lo speleologo è salvo: dopo 36 ore di incubo lieto fine nella grotta di Siniscola

Dopo un incubo durato 36 ore e un’eccezionale operazione di salvataggio, Salvatore Manca è stato portato fuori dalla grotta.

Si è concluso all’alba il salvataggio di Salvatore Manca, lo speleologo di 45 anni che dalla sera di martedì era imprigionato nella grotta di Sa Conca ‘e Locoli, sotto il Montalbo, nelle campagne di Siniscola, dopo la caduta di un masso che gli aveva fratturato una gamba e un braccio. Per il passaggio della barella sulla quale l’uomo è stato adagiato e portato in salvo, sono state utilizzate cariche microcariche esplosive. Un’operazione complessa (foto La Stampa), ma col lieto fine.

Quando la barella di Manca, intorno alle 5, ha fatto capolino dalla grotta, c’è stato un lungo e liberatorio applauso, rivolto anche ai 45 uomini del Soccorso alpino che per 36 ore hanno lavorato senza sosta. Manca è stato sempre assistito anche dal personale del 118 che ha monitorato le sue condizioni di salute. Sul posto anche i vigili del fuoco e i carabinieri.

Lo speleologo di Nuoro era imprigionato a 600 metri dall’ingresso della grotta, in un cunicolo. Una volta che è stato fatto lo spazio per la barella, è stato preso in carico dagli speleologi subacquei che con le bombole hanno attraversato un sifone d’acqua. Poi il superamento di un piccolo laghetto in superficie, per poi guadagnare l’uscita. Per tutte le 36 ore, il passaggio di viveri e medicine è avvenuto attraverso un telo impermeabile, dove c’era anche una macchina fotografica e una telecamera con le quali è stata documentata l’eccezionale operazione di salvataggio. Lo speleologo è stato poi trasportato all’ospedale San Francesco di Nuoro e ricoverato nel reparto di ortopedia.

Questo il commento di Carlo Taccori, coordinatore delle operazioni di soccorso, con incarico della Prefettura di Nuoro in qualità di direttore del Soccorso speleologico della Sardegna. “Stava bene, era su di umore, ha scherzato lungo tutto il percorso dentro la grotta – ha detto all’Ansa -. Salvatore è un uomo forte, una persona solare e positiva e soprattutto sapeva di affrontare questa avventura tra amici, questo ha creato il clima positivo che ha permesso un buon esito delle operazioni. L’ambiente della speleologia in Sardegna è un ambiente chiuso, ci conosciamo tutti e sappiamo di essere pronti per affrontare qualsiasi emergenza. Lo sapeva anche Salvatore in quelle ore ed ha affrontato l’avventura con la massima serenità”.

Nessuna paura di non farcela, per i soccorritori, nonostante le difficoltà nell’attraversare un budello strettissimo, sifoni allagati e laghetti in un percorso di quasi 600 metri dall’ingresso dalla grotta. “Neanche per un secondo siamo stati sfiorati da qualche dubbio di non farcela – ha risposto Taccori -. Passiamo il nostro tempo libero ad addestrarci anche nelle condizioni più difficili. Eravamo sicuri dei nostri mezzi. Il Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico ci ha messo a disposizione tutto ciò che serviva. Sono arrivati in nostro aiuto con un volo dell’Aeronautica militare i disostruttori che ci hanno aiutato ad allargare le pareti per far passare le barelle. E tutto è andato come doveva andare”.

Diventa anche tu sostenitore di SardiniaPost.it

Care lettrici e cari lettori,
Sardinia Post è sempre stato un giornale gratuito. E lo sarà anche in futuro. Non smetteremo di raccontare quello che gli altri non dicono e non scrivono. E lo faremo sempre sette giorni su sette, nella maniera più accurata possibile. Oggi più che mai il vostro supporto è prezioso per garantire un giornalismo di qualità, di inchiesta e di denuncia. Un giornalismo libero da censure.

Per ricevere gli aggiornamenti di Sardiniapost nella tua casella di posta inserisci la tua e-mail nel box qui sotto:

Related Posts
Total
0
Share