Lo sfogo di un commerciante in crisi: “Non mi suicido, ma così è impossibile”

“Chiedo scusa per il mio sfogo, ma è la realtà d’oggi”, Comincia così il lungo post di Enzo Aldo Marino, storico titolare della Marinflex che vende reti e materassi di Cagliari e Quartu. Il commerciante in crisi che ha deciso di raccontare su Facebook  la sua delicata situazione, assicurando però di non voler mollare: “Io voglio lottare. Di sicuro non voglio suicidarmi: voglio dare lavoro“. Chiunque passi per Quartu ha presente i suoi materassi esposti in viale Colombo, così come le reti davanti alla sua attività in via Tiziano a Cagliari. Oggi ha deciso di rendere pubbliche le difficoltà che sta attraversando, sapendo bene che sono in tanti a trovarsi con l’acqua alla gola e che qualcuno non sia riuscito a sopportare il peso e abbia deciso di farla finita. Ma lui non vuole fare questa fine.

“Da più di 20 anni che ho queste attività, ne ho passate tante, è stata una gran fatica, ma è stato anche appassionante. Ho superato tanti ostacoli, ho una normalissima automobile che mi serve per lavorare e una piccola casa che mi serve per viverci. È da mesi che non guadagno nulla pur di pagare i dipendenti – rivela su Facebook -. Nonostante tutta la mole di lavoro e di responsabilità non ho accumulato alcuna ricchezza, ho dato lavoro, un servizio, e ho dato un contributo allo Stato. Se calcolo tutto il lavoro svolto e il guadagno finale, penso che un servizio migliore non si potesse dare se non in condizione di totale schiavitù! E forse è quello che vogliono ed è la sensazione che ho, ad oggi, con queste regole e queste tasse impossibili da sopportare“.

Sono diventato uno schiavo che sopravvive e che è costretto a schiavizzare i suoi dipendenti per rimanere sul mercato, per essere competitivo e per non chiudere, per non morire. Capisco la sensazione di quegli imprenditori che si sono suicidati, stanchi di quella vita senza più senso – continua la sua lettera a cuore aperto -. C’è qualcosa di terribilmente marcio in questa società, labirinto di leggi e regole, talmente assurde e complesse che non so se la mia commercialista sia in grado di districarsi. Ma sono costretto ad affidarmi a lei e non so neanche quanto sia responsabile di tutto quello che fa per mio conto! Se ci pensiamo è assurdo che dobbiamo pagare una persona per pagare”.

“A me sinceramente non interessa perdere tutto, anzi forse per me sarebbe una liberazione. Ma non lo trovo giusto, non ha senso chiudere i miei negozi, licenziare, fallire. Io voglio lottare. Di sicuro non voglio suicidarmi: voglio dare lavoro. Voglio produrre essere parte del sistema e della società. Voglio essere importante per questo paese, voglio essere una risorsa. Voglio pagare le giuste tasse e voglio libertà e giustizia: equità sociale – conclude Enzo Aldo Marino -. Per me Equitalia non vale niente: per me conta la costituzione italiana e la dignità del suo popolo. Continuerò a lottare fino a che potrò farlo e allora poi, ma poi, forse potrò morire e non sicuramente da suicida“.

 

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