Assi di legno, giocattoli nuovi e giocattoli rotti, vestiti, scarpe, piante, vecchie collezioni di riviste, soprammobili: tutto ciò che occupa (talvolta inutilmente) le nostre soffitte potrebbe trovare una nuova vita grazie a internet. La casa degli oggetti riciclati si chiama ‘Te lo regalo se vieni a prenderlo‘, è un gruppo sul social network Facebook dove si regalano le cose. Vecchie o nuove, funzionanti o no non importa: quello che per noi è inutile potrebbe essere prezioso per altri. Ben cinquantamila sardi negli ultimi quattro anni si sono iscritti alla pagina, ogni giorno in bacheca si registrano decine di annunci di offerta e ricerca di qualsiasi cosa: vestiti soprattutto, ma anche elettrodomestici, mobili, libri, oggetti. Una quantità enorme di roba che intaserebbe le discariche, se venisse gettata: la condivisione sul gruppo permette invece di trovare una nuova destinazione alle cose.
L’idea è di Salvatore Benvenuto, cinquantenne calabrese che oggi vive in Svizzera, nel Canton Ticino, che alcuni anni fa ha pensato di sfruttare il social network per la sua idea: far incontrare l’ecologia con il valore sociale del dono. Per questo motivo ha messo in piedi una rete di gruppi su Facebook dove le persone possono mettersi in contatto per dare e ricevere doni.
“Lo scopo di questo progetto é quello di regalare oggetti che possono essere riutilizzati e diminuire l’inquinamento evitando le discariche – si legge sulla pagina dell’associazione ‘Te lo regalo se vieni a prenderlo’ – dove spesso si trovano oggetti funzionanti o ancora in ottimo stato. Pensiamo a quanti beni inutilizzati abbiamo nelle nostre case e potrebbero essere utili ad altre persone? Possiamo costruire un contesto più collaborativo e socialmente evoluto, contrapposto al modello competitivo a cui siamo stati educati”. I numeri del progetto crescono ogni giorno di più, con oltre settecento mila iscritti in tutta Italia.
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Benvenuto ha creato un gruppo Facebook per ogni regione italiana: la pagina ‘Te lo regalo se vieni a prenderlo – Sardegna’ con i suoi cinquantamila utenti è tra le più attive. Registrarsi è semplice, basta chiedere l’accesso agli amministratori. Una volta dentro si devono rispettare alcune regole semplici: vietato usare un linguaggio scurrile o toni aggressivi, vietato cercare oggetti in dono per rivenderli. Per regalare un oggetto basta pubblicare foto e descrizione, per chiederlo basta ‘prenotarsi’ al dono. L’unico impegno è il ritiro nella casa in cui si trova. “La Sardegna ha risposto benissimo all’iniziativa – sottolinea Valentina Cocco, referente regionale della pagina – l’idea è nata in un momento di difficoltà economica ma col tempo il valore ecologico del riuso ha prevalso su quello del risparmio. E così oggi abbiamo migliaia di persone pronte a donare vestiti, elettrodomestici e altro per assicurare una seconda vita alle cose”.
Valentina Cocco e gli altri diciassette amministratori delle pagine di tutta Italia lavorano gratuitamente al progetto: quattro, cinque ore di impegno giornaliere per controllare gli annunci, verificare la regolarità degli scambi, chiarire dubbi agli utenti. Chi mostra di non aderire allo spirito del gruppo viene eliminato, non sono ammessi minori o persone che si presentano in modo poco trasparente: un lavoro impegnativo ripagato però dal grande successo dell’iniziativa.
“Gli utenti più attivi sono quelli del Cagliaritano – nota Valentina Cocco – un po’ meno nel Nord Sardegna; più numerosi gli annunci pubblicati dalle donne rispetto agli uomini. Si regala di tutto, si trovano anche elettrodomestici nuovissimi, mobili appena acquistati, abbigliamento per adulti e bambini”.
Tra le cose più singolari in dono ci sono quelle per il riciclo creativo come tappi di bottiglie o vecchi tessuti: cose che potrebbero essere buttate via e che invece trovano una nuova vita se sapientemente rimaneggiate, come accade dentro l’officina di Tirù che crea accessori e borse da vecchie cinture di sicurezza. L’ultimo successo dell’associazione è stata la partecipazione alla settimana europea per la riduzione dei rifiuti: quasi cinquemila beni regalati in sette giorni tramite le pagine regionali Facebook.
Francesca Mulas