Un intervento che è esploso come una bomba negli ambienti del Lirico di Cagliari e in generale negli ambienti culturali del capoluogo. Ha spiazzato quanti hanno condotto la campagna di attacchi, al limite della diffamazione, contro Marcella Crivellenti, la Soprintentente nominata da Massimo Zedda e revocata dal Tar per un vizio formale nella procedura di nomina.
Si tratta di una lettera scritta da Davide Livermore – uno dei registi italiani più affermati in campo internazionale – e pubblicata oggi su l’Unione sarda. Un intervento durissimo che sta facendo il giro del web. E che, mentre suscita sorpresa a Cagliari, non ha colpito gli ambienti culturali nazionali dove, da tempo, a suscitare sorpresa era la violenza e la volgarità degli attacchi.
Livermore – che ha curato al Lirico la regia di “I Shardana” – parla di un “sistema che infanga” “magnificato dal lerciume di certi media” e sottolinea i risultati positivi ottenuti dalla Crivellanti nella sua breve gestione del Lirico contrapponendoli alle “voragini debitorie vergognose” lasciate dai suoi predecessori. Ecco il testo:
“Gli è meglio fare e pentirsi che non fare e pentirsi“, diceva Machiavelli. Per questo scrivo, dopo che ho avuto l’onore di mettere in scena “I Shardana”al Lirico, voluto e convinto da Marcella Crivellenti in una produzione creata con le eccellenti forze artistiche e tecniche del teatro.
In questi mesi è stata attribuita a Marcella Crivellenti ogni tipo di colpa, financo quella di… aspettare un bambino; al contrario non è stata spesa una parola per ciò che ha fatto realmente: la bella stagione, perfetta gestione economica, fino alla credibilità data al Lirico, coinvolgendo artisti
scettici, come il sottoscritto, verso un teatro massacrato dalle gestioni precedenti, con fama di cattivo pagatore sempre in agitazione.
Conosco Marcella come imprenditrice teatrale privata, capace di creare sinergie che funzionano tanto per l’anima quanto per il portafoglio, senza l’airbag dei soldi pubblici. Una storia diversa dai suoi predecessori, quelli che hanno creato le voragini debitorie vergognose, nel silenzio della politica che sapeva e ha lasciato fare.
Lo scrivo da libero pensatore, artista e cittadino. Quando seppi della sua nomina rimasi stupito: finalmente il teatro ai teatranti,pensai, perché Marcella conosce questo mondo e le alchimie del produrre con successo. La stagione appena finita ne è una conferma: si pensi a Zeffirelli che, con il
sottoscritto e Michieletto, non era mai stato invitato a Cagliari.
Rimasi stupito perché con la sua nomina si rischiava di abbassare la media dell’età dei dirigenti e magari dare responsabilità e visibilità alla generazione dei quarantenni, i quali, contrariamente ai predecessori, che parlano dell’importanza del precariato senza averlo mai vissuto, sanno
cos’è la mobilità (chi scrive vive a Valencia, direttore artistico Centre de Perfeccionament Placido Domingo).
I cervelli in fuga indicano il trionfo di questa gerontocrazia imperante. Una società come la nostra, se vuole superare questa perdita di credibilità, deve dare ruoli di responsabilità anche ai giovani capaci: la tanto invocata meritocrazia per intenderci! La nomina di Crivellenti nel
sistema delle fondazioni liriche è esattamente questo: una donna giovane, con curriculum credibile, cui viene assegnata una responsabilità per competenza dimostrata. Invece si assiste al sistema che infanga creato dalla politica di basso impero, magnificato dal lerciume di certi media e consentito da chi parla male anche di ciò che non conosce.
Fortunatamente l’Opera è luogo sano, non una televendita di materassi, e, tanto per artisti quanto per dirigenti, i risultati sono verificabili in modo diretto, dagli acuti ai bilanci. Il mio intervento vuole andare oltre la figura di Marcella, per dire che è necessario vedere i fatti. Se tra questi fatti ci fossero vizi di forma per la sua nomina a Sovrintendente se ne prenda atto con serietà. Ma lo si faccia anche per il suo operato e senso di responsabilità.
Davide Livermore