L’INTERVISTA. Onnis, commissario Asl del Sulcis: “Nessuna emergenza”

A due giorni dal movimentato consiglio comunale straordinario di Iglesias nel quale si è discusso del piano di riorganizzazione degli ospedali del territorio, abbiamo incontrato, nel suo ufficio di Carbonia, il Commissario straordinario della Asl 7 Antonio Onnis. Il tema “scottante” è quello della sanità che tormenta l’opinione pubblica.

Dottor Onnis, il sistema sanitario del territorio è in ginocchio?

Niente affatto. Il Sulcis Iglesiente si sta dotando di due ospedali che si integrano a vicenda, ognuno con la propria specificità. Il Cto di Iglesias si occuperà delle attività programmate e il Sirai di Carbonia delle emergenze urgenze. Due unità ospedaliere, complementari fra loro, che per ubicazione geografica sono in grado di assolvere al meglio ai bisogni sanitari del territorio. Lunedì prossimo ci sarà l’inaugurazione del nuovo blocco operatorio al Sirai di Carbonia. Un vero gioiello all’avanguardia per logistica e tecnologie. A cui, a breve, seguirà quello del Cto di Iglesias, di pari livello.

E poi ci sono le Case della Salute…

Esatto. A Carloforte, Fluminimaggiore, Giba e Sant’Antioco, che sono i luoghi più disagiati per distanza dai nosocomi. Abbiamo già speso Dott Antonio Onniscirca 2 milioni per la loro realizzazione. E proprio in questi giorni abbiamo ricevuto dalla Regione la disponibilità di altri 670 mila euro per l’acquisto di arredi e attrezzature diagnostiche, fra cui i preziosi sistemi POCT, che permettono diversi tipi di test analitici senza dover andare in un laboratorio. Fra questi, molto importanti, quelli per i trattamenti anticoagulanti . E poi i defibrillatori, gli Ecg (Elettrocardiogramma), in sperimentazione i sistemi dialitici di comunità e poi gli ambulatori per la terapia del dolore. Le Case della salute rappresentano l’avamposto degli ospedali dove i cittadini potranno trovare una prima assistenza. Dopo, se occorre, ci sono gli ospedali.

Parliamo del Cto, il grande malato…

Ammalato lo era. Anzi direi che fosse moribondo con un costo giornaliero a paziente di circa 2900 euro. Oggi stiamo intervenendo cercando di riportare questo costo sui valori medi che si attestano a circa 670 euro. Abbiamo raddoppiato i posti letto. A regime, con tutte le attività operative, potrà contare su 120 posti letto. Abbiamo sbloccato un’area sottoposta a sequestro da parte del Corpo Forestale per la presenza di rifiuti pericolosi, bonificandola. Nelle vicinanze nascerà l’isola ecologica, spendendo circa 60 mila euro. Non c’era neppure un sistema fognario regolare, che abbiamo provveduto a creare. Nella parte posteriore sarà realizzata anche l’area parcheggi con circa 200 posti auto. Purtroppo gli spazi sono limitati e per questo stiamo cercando altre soluzioni. La centrale dei gas medicali, secondo i programmi, entro due mesi sarà operativa.

Entriamo all’interno…

Il nuovo pronto soccorso è appaltato. Presumo che entro l’anno o nei primi mesi del prossimo diventerà operativo. Così come il laboratorio di analisi e il centro trasfusionale, previsto entro 18 mesi. Con la disponibilità della centrale dei gas entreranno in funzione completamente anche i reparti della nuova ala. Terminati i lavori di ristrutturazione tornerà anche l’oculistica, oggi al Santa Barbara.

Poi, però, c’è la diagnostica strumentale che funziona a singhiozzo…

Abbiamo una TAC di ultima generazione aggiornata agli ultimi sistemi e una nuova Risonanza magnetica acquistata di recente. Ma senza radiologi non possiamo fare le analisi. Questo è un altro problema. Quando un medico va via, perché lo consente il contratto, noi dobbiamo chiedere l’autorizzazione alla Regione per rimpiazzarlo. Oggi ci servono tre radiologi. E occorre del tempo. Abbiamo lo stesso problema anche nella Medicina del Sirai. Ci stiamo attivando anche per integrare il personale infermieristico.

E poi c’è la Rianimazione.

Su questo devo essere chiaro. Un reparto di rianimazione deve essere ubicato nell’ospedale dove si tratta l’emergenza- urgenza. E’ nell’ordine delle cose. Quindi al Sirai ci sarà l’unica Rianimazione. Al CTO, invece, è prevista una unità sub-intensiva.

Quindi la Dialisi, al Santa Barbara, dove i pazienti di recente hanno rifiutato la terapia per protesta?

Anche su questo abbiamo ascoltato i problemi che sono stati sollevati e abbiamo trovato le soluzioni. Sono previste 4 postazioni mobili nel reparto Medicina e il reparto di Dialisi, provvisoriamente, andrà nei locali della ex mensa aziendale, adattata alle esigenze. In attesa della disponibilità dei locali definitivi, nella ex fisioterapia.

Parliamo, per concludere, del tanto criticato “Day e Week Surgery”…

Questo sistema è già in uso in tantissimi posti in Italia, anche posti di eccellenza, come il S.Orsola di Bologna o il San Raffaele di Milano. E funziona benissimo perché alleggerisce gli ospedali principali da tutte quelle attività che possono essere trattate con ricoveri limitati ad alcuni giorni, in maniera efficiente e in tutta sicurezza. Inoltre anche più confortevole per il paziente stesso. Per le attività di più alta gravità, come cardiochirurgia o neurochirurgia, ad esempio, ci si deve rivolgere a Cagliari, dove esistono le unità specialistiche. Come, d’altronde, si sta già facendo da parecchio tempo ormai. Quello che dobbiamo recuperare è la fiducia nelle nostre strutture. La mobilità passiva è in costante aumento. Nel 2013 ci è costata quasi 22,5 milioni, nel 2014 23,7 milioni. Per il 2015 non abbiamo ancora i dati definitivi. Anche la spesa sanitaria è aumentata. Ma questo è un dato nazionale. Quello che dobbiamo capire, però, è che ogni ricovero eseguito in un’altra ASL viene pagato dalla nostra Azienda, sottraendo risorse al nostro bilancio. Dobbiamo innescare il processo inverso, cioè ridurre la mobilità passiva per avere più risorse. In questo modo gli ospedali possono crescere, avere a disposizione più specialisti e servizi efficienti.

Carlo Martinelli

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