Da una parte una Sardegna che lotta per emergere e che guarda al futuro; dall’altra quella che lotta per sopravvivere e tutelare se stessa, la sua memoria e la sua storia. Nell’entroterra sardo la popolazione invecchia e i giovani vanno via: un impoverimento demografico accompagnato da un declino economico. Lo spopolamento è iniziato dopo il piano di Rinascita e ora è diventato inarrestabile: se nel 1961 la popolazione dei comuni dell’interno dell’Isola era pari al 47% del totale regionale, nel 2020 è scesa al 33%: solo un sardo su tre vive nelle aree interne. E, di questo passo, la popolazione dell’entroterra isolano potrebbe scendere al 29,7% nel 2050. Lo rileva la Cna in un report sul fenomeno dello spopolamento.
Il calo demografico dei Comuni dell’interno è arrivato, nel 2020, a più di 137mila persone (-21%), mentre la crescita della popolazione della fascia costiera cresce di 303mila persone (+40%). In soli sette anni sono andati perduti oltre 230 milioni di euro (valutati ai prezzi del 2019) di reddito annuo dei residenti dei paesi dell’entroterra sardo. In pratica tra 2012 e 2019 il reddito complessivo è diminuito del -4,2% per i comuni dell’interno, mentre si è ridotto molto meno nella fascia costiera (-1,8%). Inoltre l’indice medio di accessibilità infrastrutturale calcolato dal Cresme è del 4% inferiore rispetto ai comuni della fascia costiera.
“Senza un progetto di sviluppo adeguato che ponga maggiore attenzione alle dinamiche socio-economiche dell’entroterra attraverso la valorizzazione e la tutela dell’immenso patrimonio paesaggistico e culturale delle aree interne, il rischio è che il fenomeno stesso, accelerando, possa portare, in certe realtà, non solo ad una morte economica ma anche a una ben più irreversibile morte anagrafica – dichiarano Pierpaolo Piras e Francesco Porcu, rispettivamente presidente e segretario regionale di Cna – La crisi che ha fatto seguito all’emergenza sanitaria è solo l’evento più recente che si è inserito in un contesto di persistente debolezza economica e declino demografico un declino che va avanti da oltre trent’anni e che ha colpito alcune aree più di altre”.