“Il diffondersi violento della lingua blu in aree sempre più vaste del nostro territorio sta mettendo in ginocchio le aziende agricole, producendo incalcolabili danni alla pastorizia. Di fronte ad un tasso di mortalità degli ovini fortemente in crescita, preoccupa l’incapacità e la carenza delle istituzioni sugli interventi di prevenzione e di gestione dell’epidemia“. Lo ha affermato la consigliera regionale di Sardigna Libera, Claudia Zuncheddu, che ha depositato un’interrogazione in Consiglio regionale sulla gestione dell’epidemia da parte della Regione.
«Ai primi di luglio – spiega Zuncheddu – i vaccini messi a disposizione degli allevatori hanno creato forti perplessità nel mondo pastorale, per via dei possibili effetti collaterali sulla salute degli ovini. A tutt’oggi – continua – non sarebbero stati eseguiti i normali prelievi ematici previsti sugli ovini affetti dalla malattia. Questi prelievi sono indispensabili per l’individuazione del sierotipo, da cui non si può prescindere per individuare il vaccino specifico per debellare l’epidemia”. Secondo l’esponente di Sardigna Libera, “l’imposizione delle vaccinazioni nel pieno dell’epidemia è un grave atto di irresponsabilità perché l’immunizzazione, come avviene per l’uomo, dev’essere sempre eseguita anticipatamente per prevenire l’esplosione della malattia ed è controindicata quando essa è già in corso, pena l’aggravamento e il complicarsi dei casi”.
Lingua Blu: Piras (Pdl), subito in Aula legge su indennizzi
Piras (Pdl). “Subito in Aula il disegno di legge approvato dalla giunta per contrastare l’epidemia di lingua blu che sta mettendo in ginocchio gli allevamenti della Sardegna”. A chiedere il ricorso all’utilizzo dell’articolo 102 del regolamento consiliare è il consigliere del Pdl, Sisinnio Piras, ricordando che la legge prevede lo stanziamento di 10 milioni di euro a favore degli allevatori per fronteggiare la febbre catarrale degli ovini. “La grave situazione di crisi del comparto, a cui si aggiunge anche la piaga della lingua blu, impone tempi strettissimi. Gli allevatori – afferma Piras – Le amministrazioni comuni consentano, come previsto dalla legge, l’interramento delle carcasse degli animali morti aiutandoli anche con i propri mezzi a scavare le fosse e a riempire di calce. Nessuno – conclude – è in grado di provvedere con mezzi propri alla distruzione degli animali il cui costo è enorme”.