Il bando per l’insegnamento curricolare del sardo a scuola nel mirino degli esperti di limba. L’assemblea direttiva del Coordinamento pro su Sardu Ufitziale (Csu) contesta diversi passaggi del provvedimento e lancia un sos alla Regione per “difendere” l’atto che, comunque, mette a disposizione 900mila euro per la diffusione del sardo nelle classi.
“È necessario che si proceda alla riforma degli atti per scongiurare il rischio che, tra qualche mese, qualche utente insoddisfatto, con un semplice ricorso, possa far cadere un’impalcatura che ci sono voluti anni a costruire – ha spiegato il Csu -. Il Coordinamentu, a questo scopo, segnala che presenterà un ricorso gerarchico al direttore generale dell’assessorato, non per sterile contrapposizione, ma per tutelare la stessa Regione nel conseguimento degli obiettivo di politica linguistica. In poche settimane e con poco sforzo si può rimediare a questo vulnus mettendo al sicuro un procedimento importante”.
Qualche bacchettata: “Il Csu considera sempre negativo il blocco dell’attività scolastica in lingua sarda nell’anno 2014-2015 e non cesserà di denunciarne gli effetti”. Non solo. “Anche la scelta di concentrare tutte le risorse sul ‘pianeta scuola’ – proseguono gli esperti – non è condivisa dal Csu. In questo si tende a fare del sardo una materia scolastica di serie B senza che, intorno, nel mondo reale, sia valorizzata. Ecco perché è importante investire sulla pubblica amministrazione, sui media, sui culti, sulle associazioni, sui volontari e sulle campagne promozionali. Altrimenti si rischia di trattare il sardo come il greco e latino, lingue di grande spessore culturale e didattico, ma morte”.