Librerie chiuse, proteste sui social. Agus: “Vero problema negli ospedali”

Tutto pronto per la riapertura. Qualcuno ha passato Pasqua e Pasquetta per rimettere in ordine librerie e cartolibrerie. E c’è chi ha postato video sui social per annunciare, quasi commosso, la possibilità di rincontrarsi tra pile di volumi e scaffali. Poi, nella notte, la doccia fredda con l’ordinanza del presidente della Regione Christian Solinas che rimanda la ripresa – resa possibile dopo gli ultimi provvedimenti del Governo – al 26 aprile.

A Cagliari protesta la Libreria il Bastione. Ieri un post di delusione dopo le prime indiscrezioni sull’orientamento della Regione. “Quando si gioca – si legge su Facebook – e pure male con le imprese altrui. Irrispettosi. Cari amici lettori, domani non si apre. È una notte amara”. La mattina serrande abbassate. Ma ancora tanta rabbia. Altre attività, che già avevano ricevuto gli affettuosi “bentornati’ da parte dei clienti, hanno comunicato in un laconico messaggio la decisione della Regione. E invitano tutti a mantenere il contatto anche con le ordinazioni online e al telefono. C’è chi la prende più sportivamente. “Ragazzi – si legge nella bacheca di Loriga fumetti – a quanto pare abbiamo scherzato. Ci dispiace di averci illuso. Speriamo di riabbracciarci comunque presto”.

Più duro il commento di Francesco Agus (foto), consigliere regionale dei Progressisti, secondo cui quella di tenere chiuse le librerie è stata “una decisione presa senza alcun ragionamento, al solo scopo di sollevare una cortina fumogena e nascondere le reali responsabilità, tutte imputabili alla Giunta regionale, a monte dei contagi sino ad ora riscontrati in Sardegna. In una Regione – prosegue Agus – in cui l’85 percento dei contagi è avvenuto in ospedale o in una Rsa, il presidente avrebbe dovuto sostituire immediatamente un assessore della Sanità, Mario Nieddu (Lega) rivelatosi, alla prova dei fatti, totalmente inadeguato”. Ma, “non potendolo fare, per ragioni legate alla spilletta appuntata alla giacca di quest’ultimo, ha pensato invece di individuare dei capri espiatori: oggi sono le librerie e i negozi di abbigliamento per bambini”.

Secondo il segretario del Pd sardo, Emanuele Cani, “la Regione farebbe meglio ad adoperarsi in maniera seria per effettuare più tamponi e garantire ai laboratori analisi preposti i reagenti, notoriamente insufficienti, per risposte celeri di eventuali positività. Così come mascherine e dpi vari di cui impone obbligo anche ai cittadini debbono essere garantite”.

Non è tardata ad arrivare la risposta dell’assessore regionale alla Cultura, Andrea Biancareddu. “Mi chiedo come si possa pensare, in questo momento delicatissimo in cui la Sardegna sta cercando di fermare il contagio, di consentire l’apertura di quelle attività, comprese le librerie, che inevitabilmente comporterebbero dei rischi enormi per l’incolumità sia dei lavoratori che delle persone. Non è certo il momento di abbassare la guardia”, ha detto Biancareddu, che definisce “assolutamente ingiusti e privi di fondamento” gli attacchi dei Progressisti dopo l’ultima ordinanza del presidente della Regione.

“Davvero mi stupisco di come si possa travisare la realtà – spiega – Solinas ha annunciato le limitazioni contenute nel nuovo decreto ieri alle 19 nel corso della conferenza stampa, dopo aver sentito il parere dei componenti del Comitato scientifico”. “Verrà il tempo – sottolinea ancora Biancareddu – per consentire le parziali aperture di altri esercizi commerciali”. Ma, intanto, “evitiamo di spargere inutili e dannosi “veleni” politici che non servono a nessuno. I libri si possono comprare attraverso la vendita a domicilio, on line o nelle edicole regolarmente aperte. Oggi non ci sono le condizioni per allentare le misure restrittive che siamo i primi a voler rivedere perché pochi metterebbero a serio rischio molti sardi e questo sarebbe assurdo”.

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