Lettera a Salvini sul caso Tunisia: “Avrebbe dovuto conoscere Ben Amara”

Una lettera scritta idealmente al ministro dell’Interno, Matteo Salvini, dopo le parole sulla Tunisia, accusata dal neoesponente del governo Conte di “esportare galeotti spesso e volentieri”. La lettera l’ha scritta Giuseppe Andreozzi, avvocato ed ex consigliere comunale di Cagliari che ha ricordato un tunisino famoso nel capoluogo, Radhouan Ben Amara, il docente universitario morto nel 2015, storico militante della sinistra sarda, di cui è stato anche consigliere regionale di Sel e prima ancora eletto nell’Assemblea civica del capoluogo.

Giuseppe Andreozzi

“Signor ministro Salvini – si legge nell’incipit : nei giorni scorsi lei, esprimendosi in modo volgare e offensivo verso un popolo ricco di storia, di valori e di civiltà, ha definito la Tunisia un paese che ‘esporta galeotti’. Peccato che durante le sue frequenti apparizioni a Cagliari, si sia limitato a visitare i nostri meravigliosi mercati, senza trovare neppure un minuto di tempo per recarsi nell’ateneo cittadino. Fino a qualche anno fa vi avrebbe potuto incontrare un docente, prezioso dono dell’esportazione tunisina: si chiamava Radhouan Ben Amara e ha educato generazioni di giovani cagliaritani all’amore per la cultura, al rispetto del prossimo e del diverso, all’attenzione per la terra, propria e altrui”.

La lettera di Andreozzi prosegue così: “Se avesse incontrato Radhouan – è il messaggio a Salvini -, le avrebbe spiegato che Cagliari è stata per secoli una città abitata e governata dai cartaginesi (Cartagine, come saprà, sorgeva nei pressi della moderna città di Tunisi), i quali ci hanno lasciato la più grande necropoli punica del pianeta, Tuvixeddu, e preziosi corredi funebri. Le avrebbe potuto spiegare con garbo che, al tempo, nelle terre puniche si producevano tessuti tinti con la porpora, oggetti d’oro lavorato, vino, spezie, profumi, metalli preziosi, oggetti di vetro; mentre nelle valli abitate dai Suoi ascendenti il livello di vita era assai più primitivo, tanto che il mondo civile del tempo, con poca eleganza, vi chiamava ‘barbari’. Così va il mondo. Peccato davvero, sarebbe stata una bella conversazione e lei avrebbe potuto esprimere liberamente le sue opinioni, senza alcun timore se non quello di essere contraddetto con la forza delle buone idee e di una straordinaria cultura. Perché Radhuoan aveva due mani enormi, da far paura, ma le usava soltanto per scrivere e sfogliare libri”.

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