Legge 162, no di familiari e malati ai tagli: «Le risorse per il 2015 ci sono»

«No ai tagli alla 162, la legge in favore dei disabili gravi della Sardegna non si tocca». Famiglie, malati, operatori di nuovo in trincea: chiedono alla Giunta regionale di ripristinare la dotazione finanziaria del 2014, 122 milioni di euro. Per il 2015, calcolatrice alla mano, ci sono 117 milioni e 300 mila euro.

La sforbiciata sembra minima: 4 milioni e 700 mila euro per completare l’anno senza affanni ma, avvertono i componenti del comitato 162 – che prende il nome proprio dalla norma regionale in materia risalente al 1998 – gli effetti sono più consistenti di quanto le cifre non facciano intendere. Per spiegare tutte le implicazioni di questa scelta gli attivisti, assieme ai rappresentanti di numerose altre associazioni – hanno indetto due assemblee pubbliche, la prima si è tenuta a Cagliari al T-hotel, la seconda sarà a Sassari il 24 luglio all’hotel Deledda dalle 17.

Sotto accusa la delibera di Giunta 33 del 30 giugno 2015: «Un errore tecnico e politico- dice tagliente Francesca Palmas del comitato 162. Intanto si citano due riferimenti normativi sbagliati dell’anno precedente e poi con quest’ atto del 30 giugno si prorogano provvisoriamente i piani in essere con ritardi a cascata. Non possiamo pensare di chiudere il 2015 in emergenza perché non potremmo affrontare al meglio il 2016. Sempre sotto il profilo tecnico, riteniamo che i 4 milioni e 700 mila euro mancanti per tenere immutato il fondo possano essere recuperati ampiamente grazie ai 6 milioni di euro di economie dei Comuni, soldi non spesi e che sono nelle loro casse. C’è poi il dato politico: accettare oggi questo provvedimento creerebbe un precedente pericoloso che giustificherebbe azioni future più pesanti».

Le riduzioni degli importi – previste dall’Esecutivo per casi di gravità inferiore ai 70 punti e dovuti all’insufficiente disponibilità finanziaria – variano da un minimo di 75 a un massimo di 250 euro a persona in sei mesi e interessano 29 mila piani personalizzati. Di questi, ben 2414 riguardano malati con meno di 18 anni affetti da patologie come l’autismo, la sindrome di Down, la tetra paresi spastica e la distrofia muscolare. Luisanna Loddo – presidente di ABC (Associazione Bambini Cerebrolesi) Sardegna e Rita Polo -parlano di errore madornale: «Levare anche una sola ora a un progetto significa incidere pesantemente sull’esito dello stesso ma anche sugli aspetti relazionali e d’inclusione sociale».

Con effetti a cascata per famiglie, operatori e anche Comuni. Le prime si troverebbero in enormi difficoltà pure nella gestione del quotidiano, i secondi avrebbero una decurtazione in busta paga – proporzionale al taglio previsto sul singolo progetto – mentre gli Enti Locali non saprebbero come fare fronte a una domanda di servizi di qualità in continuo mutamento.

La 162 ha fatto della Sardegna un punto di riferimento nell’ambito delle politiche socio-assistenziali anche per le altre Regioni italiane, con un elemento nient’affatto secondario: «Grazie a quest’impianto costruito negli anni – rileva ancora Francesca Palmas – siamo riusciti a raggiungere un grande obiettivo d’inclusione sociale dei malati che restano all’interno delle loro famiglie con benefici enormi, pure sotto il profilo economico. Le oltre 1700 persone affette da disabilità gravissima ricevono un contributo annuale di massimo 14 mila euro; qualora le loro famiglie fossero private – pure in minima parte – del sostegno potrebbero essere costrette a un trasferimento in residenza sanitaria del loro caro con costi anche quintuplicati per le casse pubbliche».

Giovanni Runchina

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