Le contattavano su Facebook, poi spostavano la conversazione nelle chat e appena la confidenza saliva un po’ arrivava la richiesta di foto e video nude, in pose hard. Due olbiesi i presunti pedofili, le vittime sarebbero diverse ragazzine della zona e del Nuorese. È il fenomeno del cosiddetto ‘grooming’ e, secondo quanto riporta il quotidiano L’Unione Sarda, i due avevano perfezionato le tecniche di manipolazione psicologica e di convincimento, tanto che le vittime si fidavano e si mostravano a richiesta, con foto e video, nude e in pose pornografiche. Le indagini sono state condotte dalla Polizia postale e hanno portato al sequestro di un computer portatile nella cui memoria gli investigatori specializzati della Polizia di Stato hanno trovato 18 immagini di ragazzine in pose pornografiche.
Per diverse fotografie, la Procura distrettuale di Cagliari (competente per i reati di pedofilia e pedopornografia nell’Isola) ha trovato la prova dell’adescamento ed è risalita alle vittime. Dunque, le ragazzine sono state identificate e la Polizia postale ha ricostruito tutte le fasi dell’opera di convincimento e manipolazione delle minori. I fatti sono andati avanti per diversi mesi e a breve il caso approderà davanti ai magistrati del Tribunale di Tempio. Nessun commento da parte dei difensori degli indagati, gli avvocati Guido Datome e Cristina Cherchi.
