“Non sarà un percorso breve ma sono sicuro che alla fine ne sarà valsa la pena, le critiche lasciatele alla fine oggi cerchiamo di stare uniti e forti come lo siamo stati fino a ora”. Si chiude con un appello il lungo post su Facebook di Gianuario Falchi (nella foto in basso), uno dei portavoce dei pastori che da settimane partecipa ai tavoli convocati per trovare una soluzione all’emergenza sul prezzo del latte e per impostare una strategia di lungo periodo che riequilibri il settore ovi caprino in Sardegna.
L’appello riguarda la parte più dura – ma pacifica – della lotta, quella delle proteste, dei blocchi stradali, degli sversamenti di latte. Un appello per aiutare chi, tra i pastori in protesta, è stato denunciato: “Voglio fare un appello a tutti gli avvocati che ci possono dare supporto gratis, ci sono molti di noi che sono stati denunciati. Gli avvocati che ci aiuteranno potrebbero dare il loro contributo per la nostra causa”, scrive Falchi e annuncia a breve una raccolta fondi per le spese processuali, “uniti vuol dire anche questo”, scrive.
Falchi poi ricostruisce l’ultimo mese di lotta: “Quando dal Campidano è partito tutto, il primo che mi ha contattato è stato il mio amico di nove anni di lotte, Nenneddu Sanna, che mi ha convinto a partecipare a questa ribellione, ero un po’ scettico”, scrive l’allevatore, e inaspettatamente i social e Whatsapp fanno il resto. Il tam tam corre e nascono gli appuntamenti spontanei per le proteste, gli sversamenti di latte in strada. E questa volta è diverso dagli anni passati a lottare, ma quasi in solitudine. “Già dal primo giorno ho notato l’unione della gente, la voglia di riuscire a cambiare il proprio destino”.
Falchi si rivolge anche a chi avrebbe voluto strappare accordi più favorevoli, o risolvere tutto in poche settimane: “Quando parlano i delusi voglio ricordare che i risultati si vedono alla fine non all’inizio: stiamo cercando di cambiare il sistema, che è marcio, abbiamo toccato poteri forti e non sarà facile tener testa”, scrive ancora. “Dentro i tavoli ci devono stare i pastori perché se oggi stiamo cambiando il sistema e proprio perché oggi il pastore è seduto a quei tavoli”.
Mar.Pi.