A Iglesias ha riaperto oggi il Pronto soccorso dell’ospedale Cto. Ma il funzionamento è assurdo: perché possono essere assistiti solo i pazienti non gravi, quindi bisogna capire in anticipo di non essere tali. Altrimenti si va al Sirai di Carbonia.
Dalla Asl del Sulcis hanno parlato a più riprese di conquista. Invece quello che stanno garantendo è una mezza farsa, dal momento che il Pronto soccorso, in queste condizioni, è poco più di una guardia medica, di certo un’assistenza da primo intervento, parziale e a scartamento ridotto. Il Pronto soccorso del Cto funzionerà solo dal lunedì al giovedì per tutte le 24 ore, poi lo stop alle 14 di venerdì. Dopo di che è consigliato non ammalarsi.
Dicono ancora dalla Asl: “È stato messo in atto uno sforzo organizzativo senza precedenti. In particolare risulta importante ribadire che, stante la carenza di medici della Medicina e Chirurgia di urgenza e la riduzione del personale a causa di trasferimenti, dimissioni e pensionamenti, è stato necessario procedere con ordini di servizio per ricorrere a figure equipollenti (nello specifico chirurghi e cardiologi) oltre che a medici in affitto anche per assicurare un migliore funzionamento del Pronto soccorso del Sirai”.
Alla dirigenza della Asl sfugge che sono loro stessi i responsabili delle mancate assunzioni del personale mancante. Si legge ancora in una nota: “È evidente che questa è una situazione tampone che potrà essere superata con il reperimento di personale medico dedicato, al fine di evitare ulteriori chiusure e disservizi”.
La sanità nel Sulcis è a pezzi: nei giorni scorsi lo stop ai ricoveri in Rianimazione per la malattia di cinque medici, costretti contemporaneamente a restare a casa (leggi qui). Nel frattempo, però, l’Usb ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica per “rappresentare il grido di dolore e di rabbia di un intero territorio che oramai conta un bacino di utenza di circa 130mila persone. L’ evidente scarica barile tra i vertici della Asl e della parte politica, oltre a rendere la situazione vergognosa, arreca un gravissimo pregiudizio alla popolazione che si vede negare il diritto di poter accedere alle cure in particolare per le patologie tempo-dipendenti, condizioni patologiche irreversibili che devono essere trattate con immediatezza – dice il responsabile regionale Usb Sanità, Gianfranco Angioni -. Non si può giocare con la salute e la vita delle persone”.