L’assassino dello stalliere rumeno è diventato geometra in carcere

Il detenuto è diventato geometra. Perché quando uscirà dal carcere, dove sta scontando una condanna a diciotto anni, Renzo Becconi vuole ricominciare a lavorare. E a vivere, sebbene mai possa dimenticare.

Becconi, 37 anni, è dietro le sbarre dal 2007, rinchiuso in una cella nel penitenziario di Iglesias. Da Padru, il suo paese natale in Gallura, al Sulcis. Sei anni fa ha aiutato a uccidere Danut Milea, uno stalliere rumeno che in Sardegna cercava fortuna, invece ha trovato la morte, nell’agriturismo “Il Cavallino”, tra sugherete e granito. Becconi starà in carcere per diciotto anni, a differenza di Gavino Pau che in galera ne dovrà passarne trenta, mentre lo zio di quest’ultimo, Sergio, è stato condannato all’ergastolo.

Renzo Becconi, però, non si è rassegnato a una vita da detenuto e quando ha incontrato i volontari della Caritas di Iglesias ha chiesto loro aiuto per affrancarsi dagli errori commessi. Quindi ha deciso di prendere il diplomata da geometra, ultimando così il corso di studi che aveva cominciato da ragazzo.

Becconi ha impiegato tre anni per mettersi in tasca quel pezzo di carta, regalandosi soprattutto la speranza di una nuova vita. < Lorenzo – dice Raffaele Callia, direttore della Caritas diocesiana di Iglesias – ha potuto conseguire questo risultato grazie ai sostegni dell’autorità carceraria, di quella scolastica e dei nostri volontari. A tutti va riconosciuta la grande dedizione: pur nelle grandi difficoltà che la realtà del carcere rappresenta, Lorenzo ha potuto raggiungere un grande traguardo>.

Sono parole di speranza, quelle di Callia. <Attraverso la Caritas – dice ancora – la Chiesa si occupa di tutte quelle condizioni di disagio in cui ognuno di noi si può ritrovare. La detenzione rientra in questo quadro d’intervento inteso come strumento di riabilitazione alla libertà, alla dignità e al rispetto delle regole. Lorenzo è il primo diplomato nel carcere di Iglesias, ma stiamo seguendo altri due studenti: uno segue la scuola da elettricista, mentre il secondo è alla facoltà di Economia>. Adesso la Caritas di Iglesias vorrebbe che Becconi proseguisse gli studi: <Ci stiamo attivando – continua il direttore – per la sua iscrizione in Ingegneria, alla Statale di Milano>.

A parlare è anche Ubaldo Scanu, preside dell’istituto Asproni di Iglesias: <E’ intollerabile che le carceri funzionino come discariche sociali, attraverso le quali operare una sorta di rimozione collettiva dei reati e dei delitti, fino a escludere i detenuti da ogni possibilità di contatto col mondo esterno. La nostra società, in questo modo, evita di confrontarsi coi propri fallimenti>. Scanu aggiunge: <Oggi è possibile attivare protocolli d’intesa tra il Ministero della Giustizia, Amministrazione carceraria e Ufficio scolastico regionale per permettere ai detenuti di studiare e formarsi, acquisendo così il diritto al lavoro. La realtà però è ben diversa: questi protocolli sono una rarità, al pari delle commissioni educative che non vengono istituite>.

Intanto il lavoro di affiancamento e tutoraggio fatto in carcere dalle assistenti della Caritas continua. Al fianco di Becconi ci sono Carla Corona, che opera in questo campo da oltre quindici anni, e Maria Luisa Ligas, entrata nel gruppo di recente: loro fanno da tramite tra il magistrato di sorveglianza, la direzione del carcere ela società. Lorenzo non è solo.  Adesso ha coronato il sogno del diploma, in attesa di riabbracciare la libertà, dopo aver pagato il suo debito con la giustizia. 

Carlo Martinelli 

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