La prima notte di presidio in piazza sotto il Ministero dell’Economia e delle Finanze è stata un incubo. A raccontarlo è Mariangela Lamanna, vicepresidente del Comitato 16 novembre onlus. Trenta disabili gravissimi, molti dei quali tracheotomizzati, hanno sfidato la notte all’aria aperta nella speranza di essere ricevuti dai ministri. Paura per Tore Usala. “I malati sono molto provati – spiega Lamanna- ma questa prova era necessaria per sostenere il nostro progetto di assistenza domiciliare”.
Paura soprattutto per Tore Usala: nel cuore della notte il suo respiratore ha inizato a funzionare male ed è scattato l’allarme. “Sono stati momenti di terrore -commenta Lamanna- abbiamo avuto molta paura. Poi per fortuna l’allarme è rientrato”.
Verso mezzogiorno è iniziato al ministero dell’Economia, l’incontro coi sottosegretari al ministero della Salute, Paolo Fadda e all’Economia Pierpaolo Baretta. “Porteremo delle proposte concrete sul funzionamento del ‘sistema’ Sardegna che favorisce l’assistenza domiciliare a fronte di un dimezzamento dei posto in Rsa (residenze sanitarie assistenziali), che consente di risparmiare e che può essere esportabile”, spiega Marco Espa, consigliere regionale del Pd in commissione sanità.
“Secondo i dati che presenteremo in riunione – ha aggiunto – nei malati gravissimi che hanno più di 65 anni questo modello che funziona da anni consente un risparmio di circa 80 milioni di euro”. Insieme ai manifestanti che attendono all’esterno del ministero, anche Sandro Biviano, il giovane di Lipari affetto da distrofia muscolare che dal 23 luglio manifesta davanti a Montecitorio per la libertà di cura con il metodo Stamina.
Intanto ieri sono stati presentati al sottosegretario Baretta i sei punti del progetto ‘Restare a casa’. “Fare rimanere a casa i malati di sla e di altre patologie invalidanti ha purtroppo costi enormi: molti di loro sono tracheotomizzati ed attaccati ad un respiratore. Non capiamo perché – precisa la vicepresidente del Comitato 16 novembre – se lo Stato è disposto a spendere 90mila euro l’anno per tenere un malato in una Rsa (Residenza sanitaria assistita) gli stessi fondi non può dirottarli verso le famiglie, ovviamente dietro rendicontazione di tutte le spese sostenute”.
QUESTA LA DIRETTA DI IERI DI SARDINIA POST
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