La variante Omicron corre nell’Isola. Cosa cambia tra quarantena e terza dose

Oltre un milione di italiani è positivo al Covid, con la pressione ospedaliera che cresce di giorno in giorno e che porta da oggi nove regioni e le due province autonome di Trento e Bolzano a colorarsi di giallo. Numeri mai registrati da inizio pandemia, ai quali si aggiungono quelli dell’Istituto Superiore di Sanità, che parla di un’impennata di casi soprattutto negli under 19, quella fascia di età ancora in piena fase di vaccinazione.

La variante Omicron ormai dilaga e nell’Isola, arriva al 60 per cento dei nuovi infetti nel nord Sardegna e al 25 per cento nel sud. Gli ospedali per ora reggono – l’occupazione dei posti letto è sotto soglia sia in terapia intensiva (8,3%) che in area medica (8,4%) – ma l’allarme è altissimo. Si attendono i dati di oggi per capire quanto le feste di Capodanno, pur se nel rispetto delle regole, abbiano influito sui contagi.

Intanto il governo ha varato le nuove disposizioni sulla quarantena che scatteranno dal 10 gennaio e stanno già sollevando polemiche tra i virologi. Ecco cosa cambia:

Nel dettaglio, stop alla quarantena covid dopo un contatto con positivi per i soggetti vaccinati con 3 dosi o con seconda dose entro 4 mesi. Quarantena a 5 giorni e obbligo di tampone, invece, per chi – vaccinato da oltre 4 mesi con la seconda dose – entri in contatto con un positivo. In particolare, fino al decimo giorno successivo all’ultima esposizione al caso, questi soggetti sono obbligati a indossare le mascherine Ffp2 e a fare – solo qualora sintomatici – un test antigenico rapido o molecolare al quinto giorno successivo all’ultimo contatto con il positivo.

Infine, il decreto prevede che la cessazione della quarantena o dell’auto-sorveglianza avvenga dopo il risultato negativo di un test antigenico rapido o molecolare, effettuato anche presso centri privati. In quest’ultimo caso, la trasmissione all’Asl del referto, anche con modalità elettroniche, determina la cessazione di quarantena o del periodo di auto-sorveglianza. Per i non vaccinati la quarantena rimane di 10 giorni, più il tampone, o di 14 giorni senza tampone.

Quarantena e isolamento, come spiega il ministero della Salute, sono importanti misure di salute pubblica attuate per evitare l’insorgenza di ulteriori casi secondari dovuti a trasmissione di SARS-CoV-2 e per evitare di sovraccaricare il sistema ospedaliero. La quarantena si attua ad una persona sana (contatto stretto) che è stata esposta ad un caso COVID-19, con l’obiettivo di monitorare i sintomi e assicurare l’identificazione precoce dei casi.

L’isolamento consiste nel separare quanto più possibile le persone affette da COVID-19 da quelle sane al fine di prevenire la diffusione dell’infezione, durante il periodo di trasmissibilità. La sorveglianza attiva è una misura durante la quale l’operatore di sanità pubblica provvede a contattare quotidianamente, per avere notizie sulle condizioni di salute, la persona in sorveglianza.

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