La tragedia di via Cadello: Cagliari non dimentichi Daniele

Il giorno dopo la tragedia del bimbo travolto e ucciso, Cagliari continua a piangere. Tra disperazione e rabbia emergono ulteriori dettagli sull’incidente stradale che ha distrutto una vita. Aveva da poco compiuto 15 mesi il piccolo Daniele Ulver e la madre lo stava portando in mezzo al verde del parco di Monte Claro. Quell’oasi naturale, però, è nascosta da un grande muro grigio che la Città metropolitana non ha voglia di abbattere e chi arriva dall’Asse mediano è costretto a parcheggiare sull’altro lato, lungo l’altro orribile muro che neanche la Curia ha voglia di abbattere. In mezzo scorre un fiume di auto in un tratto di strada a quattro corsie che la maggior parte degli automobilisti percorre a velocità sostenuta e qualcuno si lancia all’impazzata.

Secondo le prime ricostruzioni, erano da poco passate le 16 del primo febbraio quando la donna stava attraversando via Cadello, vicino all’ingresso col parcheggio di Monte Claro. Raramente lì le auto danno la precedenza ai pedoni ma, nel vedere una madre col piccolo, un automobilista si è fermato per farla passare. Proprio in quel momento è piombato lo scooter che ha superato l’auto spazzando via il passeggino scuro. I racconti dei testimoni sono da brivido. La giovane madre si è ritrovata da sola e ha cominciato a urlare “Dov’è il mio bambino?“. In pochi attimi diversi automobilisti sono intervenuti e subito si sono accorti della tragedia che si era appena verificata, a pochi passi dal parco, dai ragazzini che giocavano a pallone e dai bimbi che stavano per uscire da scuola. In quel momento il mondo si è fermato. Il rumore del traffico ha lasciato spazio al silenzio spezzato dalle urla disperate e chi ha assistito alla scena ha subito allertato i soccorsi, descrivendo la scena: specificando che l’investitore con scooterone e casco neri era scappato. In pochi minuti la polizia locale ha sbarrato la strada e in via Cadello è calato il gelo. Anche chi per lavoro è abituato a intervenire in qualunque condizione si è trovato davanti una tragedia inimmaginabile. In pochi attimi, col traffico che andava in tilt in buona parte della città, è scattata la caccia all’uomo. La notizia ha cominciato a circolare e immediate sono state le reazioni tra disperazione per il piccolo e rabbia per la fuga.

L’investitore, un 37enne a cui era stata sospesa la patente per questioni di droga, ha fatto perdere le tracce, nascosto lo scooter e ha avvisato il suo avvocato. “È morto il bimbo, sono morto anch’io”, ha rivelato al suo legale, Riccardo Floris, che lo ha convinto a mettere da parte l’istinto suicida e costituirsi. “Era ed è sotto choc: è disperato – ha spiegato l’avvocato all’Ansa -. Si rende conto di aver distrutto la famiglia di Daniele e la sua: anche lui è padre”. Durante i primi interrogatori ha spiegato di non aver visto il passeggino e, in effetti, in quelle ore, la sua visuale non era aiutata dalla luce bassa del sole. Emilio Pozzolo è stato denunciato per fuga, omissione di soccorso e omicidio stradale.

Gli aspetti giudiziari e la sete di giustizia contano poco davanti alla disperazione che si respira in città. In tanti stamattina hanno deciso di avvicinarsi al luogo dell’incidente e lasciare un fiore, una candela o un peluche per salutare il piccolo Daniele. È arrivata la proposta di indire il lutto cittadino, che probabilmente potrebbe arrivare per il giorno del funerale. È terribile parlare di tragedia annunciata, ma chiunque conosca la viabilità di Cagliari sa bene quanto sia fuori controllo quel tratto di strada. Le proteste si susseguono da anni, quelle quattro corsie che prima erano semiperiferiche ora scorrono tra il grande parco di Monte Claro, l’asilo della Città metropolitana, il college universitario, il seminario, l’asilo e le elementari de I Pini con campi sportivi da una parte e dall’altra. Nella pratica, invece, è una fetta di superstrada costeggiata da muraglioni e questa tragedia servirà forse a capire che non è più possibile rinviare interventi. Le strisce pedonali rialzate stanno avanzando in varie strade di Cagliari e quella sarà una mossa che renderà un po’ più sicuro quel pezzo di città. Ma non dovrà essere l’unica: servirà un intervento deciso per trasformare radicalmente via Cadello. E, magari, la Città metropolitana potrebbe ricordare il piccolo Daniele con un’area o dei giochi tra i prati di Monte Claro. Perché aveva solo quindici mesi e in quel parco non ci è mai arrivato.

Marcello Zasso

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