La studiosa Fois: “Sostituire i Quattro Mori con i Giganti? Un suicidio culturale”

“Qualsiasi discussione sul cambio della bandiera dei quattro mori è un suicidio: vogliamo tornare a essere nessuno davanti al mondo? Vogliamo pensare che tutti i Sardi che hanno combattuto durante le guerre siano morti per uno straccio? La nostra bandiera non è in discussione”. Barbara Fois, ex docente di storia medievale della Sardegna all’Università di Cagliari e studiosa del simbolo dei Quattro Mori non ha dubbi: la proposta di Francesca Barracciu di sostituire le teste dei mori con i Giganti di Monti Prama non è da prendere neanche in considerazione.

L’idea del sottosegretario alla Cultura è stata presentata questa mattina al Palazzo Corsini di Roma in occasione della giornata di studio “I riti della morte e del culto di Monte Prama – Cabras” organizzata dall’Accademia Nazionale dei Lincei. Una proposta che la stessa Barracciu ha definito “semiseria” ma che ha già sollevato polemiche e discussioni sul piano politico, storico e culturale. “Partiamo dalla nostra storia: si tratta di un simbolo che ci appartiene da secoli” ricorda la Fois, che sul tema ha pubblicato nel 1990 “Lo stemma dei quattro mori: breve storia dell’emblema dei sardi” per l’editore Carlo Delfino. “Dal Trecento in poi, quando la Sardegna entra a far parte della Corona d’Aragona, l’emblema compare sempre nei documenti dei sovrani aragonesi. Cancellare il simbolo dei quattro mori equivale a cancellare un pezzo del nostro passato​, e presentare una simile proposta in una sede prestigiosa come l’Accademia dei Lincei vuol dire non conoscere la storia​”.

Le ipotesi sulla nascita della croce rossa con le teste bendate sono infinite: “Nel Medioevo le teste mozzate erano un simbolo lugubre che però ricordava la vittoria sul nemico in battaglia, e nello stesso Mediterraneo ne abbiamo diversi esempi. Secondo una leggenda diffusa in Sardegna e Catalogna il vessillo con la croce rossa in campo bianco venne donato da San Giorgio all’esercito cristiano impegnato nella Guerra Santa contro i Musulmani; dopo una grande vittoria cristiana vi furono accantonate quattro teste mozzate di re mori. La bandiera con la croce e le teste di moro rappresenta quindi  la vittoria cristiana sull’Islam. Non dimentichiamo poi che la Sardegna era in Europa l’ultimo avamposto cristiano prima dei paesi arabi, in questo senso la presenza di un simbolo identificativo simile è ancora più importante”.

Sostituire i quattro mori con quattro teste dei Giganti di Monti Prama o con qualsiasi altra figura sarebbe secondo la studiosa cagliaritana anche una grande perdita identitaria: “​​Grazie a questo simbolo ci riconoscono nel mondo, ovunque i Sardi sono identificati con la loro bandiera: perché dovremo rinunciarci?”

Francesca Mulas

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