Siccità e spopolamento delle aree interne sono due fenomeni strettamente interconnessi che minacciano l’equilibrio del nostro ecosistema e il tessuto sociale delle nostre comunità. In questo contesto, l’acqua assume un ruolo centrale, non solo come risorsa vitale, ma anche come elemento chiave per la lettura e la pianificazione dei paesaggi.
La sua presenza, o assenza, modella il territorio influenzando la biodiversità, l’agricoltura, il turismo e la qualità della vita. Sono questi i temi dei tre convegni che si terranno da dopodomani, 3 aprile a sabato 5, nella sala Helmar Schenk al Parco di Molentargius a partire dalle 17. Si tratta della prima fase del progetto Dalle Acque – Ecologie dell’ascolto, a cura di Maria Paola Zedda e Nicola Ratti, realizzato dall’associazione culturale Zeit, con il sostegno del Pnrr – finanziato dall’Unione europea – Next Generation EU – Ministero della Cultura Tocc per la Transizione Ecologica e dal bando del Ministero della Cultura Progetti Speciali insieme alla Fondazione di Sardegna.
Le tre giornate di simposio mirano innanzitutto a sensibilizzare sull’importanza dell’acqua come elemento chiave per la pianificazione territoriale e la sostenibilità ambientale, promuovendo un approccio interdisciplinare e una visione fluida e relazionale del territorio e dello spazio. Il terzo incontro, in particolare, punta a ripensare le performance artistiche e gli strumenti audio e video per la loro fruizione, in luoghi in cui il territorio è particolarmente fragile e l’ecosistema va protetto.
In collaborazione con l’Ordine degli Architetti PPC di Cagliari e provincia, saranno tre i temi su cui si concentrerà l’attenzione: L’acqua: una visione fluida e relazionale per guardare la complessità del territorio. Ieri – Oggi – Domani (a cura delle architette Teresa De Montis e Paola Riviezzo); Imparare dall’acqua. Tecnologie del futuro (estrattivismo, scarsità di risorse e siccità come forme di disidratazione ecosistemica – a cura dell’architetto Roberto Zedda); Verso un’ecologia dell’ascolto. Come ripensare la performance e i formati artistici nell’era dell’estrattivismo e della disidratazione sistemica (a cura di Maria Paola Zedda). Al termine delle serate del 4 e 5, alla Darsena, si potrà assistere a lecture performance e saranno proiettate le pellicole Désert di Leonardo Delogu, Funtaneris. Sulle strade dell’acqua di Massimo Gasole, Stefano Mais e Marco Cadinu, Parata per il Tirso di Andreco e Les Dissidentes di Fatima Bianchi che sviluppano il tema dell’acqua. Agli architetti partecipanti saranno riconosciuti 2CFP in autocertificazione per ogni giornata.
Il progetto si svilupperà poi in altri due momenti: le residenze artistiche, dal 3 al 22 aprile nella riserva naturale di Montimannu a Villacidro, in un territorio, quello tra Medio Campidano e Sulcis Iglesiente, ricco di acque sotterranee ed emerse che ha favorito l’attivazione dell’estrattivismo minerario con il conseguente problema della depurazione di quei terreni e delle falde; la restituzione al pubblico del risultato performativo dei progetti di residenza (dal 2 al 7 maggio). Attraverso la progettazione collaborativa e partecipativa di amplificatori autocostruiti a batteria, luci a pannelli solari, sperimentazioni acustiche e sensoriali per condizioni specifiche (Aural tools), l’idea è quella di “sfidare” gli artisti a confrontarsi con un nuovo sguardo e con forme di spettacolarità altre, sensibili all’ambiente in cui convergono.