«No, sono un inventore». Così Nicola ‘Nichi’ Grauso, aveva corretto un giornalista che lo definiva imprenditore. E in effetti, definirlo semplicemente “editore” o “politico” sarebbe riduttivo. Grauso, scomparso a 76 anni nella sua città, Cagliari, dopo una lunga malattia, è stato un pioniere: dell’informazione, della tecnologia, della comunicazione. Un uomo capace di leggere il futuro prima degli altri.
Nel 2010 aveva lanciato una delle sue tante idee visionarie: costruire una moschea nel parco di Tuvixeddu, accanto alla necropoli fenicio-punica più grande del Mediterraneo. «Un segno di pace», spiegava. Il progetto non si realizzò mai, ma racconta molto della sua visione: provocatoria, inclusiva, in anticipo sui tempi.
Negli anni Settanta fondò Radiolina e Videolina, le prime emittenti sarde a sfidare il monopolio della Rai. Informazione e intrattenimento locale, radicato ma moderno. Poi l’acquisto de L’Unione Sarda, e il salto internazionale: Zycie Warsawy, il quotidiano di Varsavia, e la tv Polonia 1, per portare il modello dell’informazione italiana in Europa dell’Est.
Nei primi anni Novanta, quando in Italia internet era ancora una parola sconosciuta, Grauso lanciava da Cagliari il primo provider globale del Paese: Video On Line. Era il 1994. «Quest’anno sono 30 anni – raccontava in una recente intervista all’Unione Sarda – avevamo fatto un tour del web in oltre 40 nazioni per portare Internet anche in Cina. Nessuno ha speso una parola per celebrarlo, ma va bene così». Con lucidità aggiungeva: «Pensavo che la rete avrebbe avuto un effetto salvifico, liberatorio. Parzialmente è stato così. Ma non immaginavo questa evoluzione: se devo comprare un posacenere, vado su Amazon invece di scendere in negozio. Ma sbaglio. La nostra terra va difesa senza fanatismi, con rigore e serietà».
Fu anche tra i primi, nel mondo, a portare un giornale online: L’Unione Sarda era disponibile sul web già negli anni Novanta. Un’altra normalità di oggi che lui aveva previsto trent’anni fa.
Nel 2004 fondò Epolis, una rete di quotidiani gratuiti distribuiti in tutte le regioni d’Italia, con base operativa a Cagliari. Un altro azzardo editoriale, in linea con il suo spirito: sperimentare, innovare, anticipare.
Ma Grauso è stato anche altro. Nel 1998 si candidò a sindaco di Cagliari, e fu poi eletto consigliere regionale con il suo Nuovo Movimento. E nel 1997 si espose in prima persona nel caso del sequestro di Silvia Melis in Ogliastra, ruolo che lo mise al centro di polemiche e vicende giudiziarie.
Negli ultimi tempi aveva parlato pubblicamente della sua malattia, affrontandola con lo stesso spirito critico e progettuale che ha sempre caratterizzato le sue idee. Anche sul tema sanità: «Che cosa impedisce che in Sardegna nasca, anzi nascano, centri di eccellenza? – si chiedeva – Cosa aspettano i politici a cambiare le modalità di rimborso per gli interventi fuori dall’Isola, mettendo tutti in condizione di potersi curare, visto che qui non si garantisce la parità con il resto del Paese?».
Editore, inventore, innovatore. Nichi Grauso lascia un’eredità enorme difficile da classificare.