La Sardinian emergency association alla ‘European resuscitation academy’

C’era anche un pezzo di Sardegna alla prima edizione italiana della European Resuscitation Academy, tenuta a Pavia dall’otto al nove giugno con l’alto patrocinio del Parlamento europeo e della Presidenza del consiglio dei ministri. Il format è nato con l’obiettivo favorire lo scambio di buone pratiche che hanno portato alcuni sistemi di soccorso europei all’eccellenza nella gestione del paziente colpito da arresto cardiaco. Numerosi i contributi dei relatori provenienti da diversi paesi europei (Svizzera, Austria, Francia, Belgio, Scozia e Svezia…) a congresso per fare sistema, confrontarsi, misurarsi e migliorare i soccorsi a chi è tra la vita e la morte. A rappresentare l’Isola, la Sea (Sardinian Emergency Association onlus) con Annalisa Marcialis, istruttrice Irc laureanda in Medicina e Chirurgia e Michele Golino, referente regionale per la Sardegna di Italian Resuscitation Council per la Comunità (nella foto). La Sea è in prima linea da anni nello studio e nella realizzazione di progetti di cardioprotezione e diffusione della rianimazione cardiopolmonare in tutta la Sardegna, a partire dalla campagna “Viva! per la rianimazione cardiopolmonare”, che nell’Isola va avanti dal 2013. Si tratta dell’iniziativa che ha portato all’installazione del primo defibrillatore semiautomatico pubblico disponibile h24 nella città di Cagliari.

“La due giorni della European Resuscitation Academy – ha commentato Golino – dà modo agli operatori dall’emergenza di confrontarsi con i maggiori esperti del settore provenienti da diverse parti d’Europa. In particolare, è interessante l’ambito dei progetti Pad (Public Access Defibrillation), ovvero la creazione di una serie di reti di defibrillatori  (Dae) a disposizione dei cittadini che vengono istruiti all’utilizzo di questi apparecchi salvavita, nonché all’esecuzione della rianimazione cardiopolmonare diventando dunque First responde, vale a dire i primi a poter intervenire nei primissimi minuti in attesa dell’arrivo dei soccorsi 118. In Sardegna da pochi anni, associazioni come Sardinian Emergency Association stanno muovendo i primi passi verso la creazione di queste reti, indispensabili per l’aumento della sopravvivenza di quanti ogni anno (60mila circa in Italia) sono vittime di arresto cardiaco improvviso”.

 

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