Gli stranieri nella nostra Isola sono cresciuti di oltre il 330 per cento, mentre nello stesso periodo il tasso di crescita dei sardi è stato soltanto dell’1 per cento. Lo rivelano i dati Istat (dal 2004 al 2016). Secondo una proiezione, analizzando i flussi attuali, si prevede che il numero degli immigrati nel 2035 raddoppierà (si passerà dai 47.425 attuali a 83.435).
Se ne è parlato nel corso del seminario “Sardegna, Mediterraneo, Europa: nuovi processi di integrazione” organizzato dall’associazione ‘Tiria Noa’ in collaborazione con le Acli Provinciali di Cagliari, l’associazione Amal Sardegna Marocco e Ipsia Sardegna e patrocinato dalla Fondazione di Sardegna. L’obiettivo dell’incontro tra le Acli, associazioni, migranti e singoli cittadini è stato proprio informare e cercare di facilitare il processo di integrazione.
Se ne è parlato nel corso del seminario “Sardegna, Mediterraneo, Europa: nuovi processi di integrazione” organizzato dall’associazione ‘Tiria Noa’ in collaborazione con le Acli Provinciali di Cagliari, l’associazione Amal Sardegna Marocco e Ipsia Sardegna e patrocinato dalla Fondazione di Sardegna. L’obiettivo dell’incontro tra le Acli, associazioni, migranti e singoli cittadini è stato proprio informare e cercare di facilitare il processo di integrazione.
I flussi migratori. I dati raccontano che la Sardegna non è una delle mete preferite dei migranti. Al 31 dicembre 2015 gli immigrati sono 47.425 e rappresentano il 2,8 per cento della popolazione totale. Gli immigrati presenti nella nostra Isola, sul totale di quelli presenti in Italia sono solo il 0,9 per cento. Il 56 per cento sono donne, mentre il 45,6 maschi. Si trasferiscono soprattutto a Cagliari (+613) rispetto all’anno precedente, seguita poi da Olbia (+201), Sassari (+330), Quartu Sant’Elena (+117), Alghero (+43), Arzachena (+10) e Nuoro (+43). E se nel 2004 la comunità più numerosa era quella marocchina, ora è quella rumena. Infatti al 1 gennaio 2016 la presenza maggiore è rappresentata dagli abitanti rumeni, 28 per cento, seguiti da quelli ucraini, 4,8 per cento e dai tedeschi (2,8 per cento). Sono in diminuzione (rispetto al 2004) gli africani (-10 per cento circa) e gli americani (-3 per cento).
“I cittadini stranieri che decidono di trasferirsi in Sardegna mettono su famiglia, sono per lo più persone tra i 20 e i 45 anni- ha spiegato Mauro Carta presidente Acli di Cagliari- per noi sono una risorsa”.
“I cittadini stranieri che decidono di trasferirsi in Sardegna mettono su famiglia, sono per lo più persone tra i 20 e i 45 anni- ha spiegato Mauro Carta presidente Acli di Cagliari- per noi sono una risorsa”.
L’appello è rivolto alle istituzioni. “Vogliamo sollecitare tutte le istituzioni ad agire perché purtroppo perdiamo tantissimo tempo nel discorso dell’integrazione e della seconda accoglienza e ci occupiamo solo dell’emergenza- ha detto Carta riferendosi in particolare ai tanti ragazzi che arrivano nella nostra Isola e si ritrovano a chiedere l’elemosina – questo può causare a lungo andare dei problemi, bisogna fare rete con tutti gli attori impegnati, pubblico, privato e terzo settore e cercare di individuare quali possono essere tutti i programmi per facilitare il processo di integrazione. Mentre un discorso a parte è da fare per le scuole che spesso non hanno il personale sufficiente per favorire il processo di integrazione”.
Monica Magro