Il trend è noto e costante e riguarda un preoccupante calo di popolazione in Sardegna, pari a meno 7.693 individui rispetto al 2022: una diminuzione dello 0,5 per cento. Questo segna un ulteriore passo verso l’invecchiamento e la diminuzione della popolazione sarda, che si riflette in un quadro di sfide economiche e sociali per il futuro. Sono i dati definitivi del Censimento permanente della popolazione e delle abitazioni 2023: la Sardegna ha registrato una popolazione residente di 1.570.453 persone al 31 dicembre 2023. Sebbene il dato complessivo confermi la stabilità della regione rispetto al passato, l’analisi demografica rivela un trend preoccupante.
La contrazione della popolazione non è omogenea su tutto il territorio sardo. Più della metà dei residenti (56,8%) vive nelle province di Cagliari e Sassari, che da sole ospitano oltre 850.000 persone. Queste due province si distinguono anche per l’età media relativamente più bassa: Cagliari con 48,4 anni e Sassari con 48,1 anni. Al contrario, le province di Oristano e Sud Sardegna presentano un’età media superiore ai 49 anni, rendendole le più “anziane” dell’isola. La provincia che ha registrato il maggiore calo di popolazione è quella del Sud Sardegna, con una diminuzione di 2.381 residenti, seguita da Nuoro (-1.430) e Cagliari (-1.402). In percentuale, le perdite più significative si sono registrate a Oristano (-0,8%) e in Sud Sardegna e Nuoro (-0,7%).
L’evoluzione demografica della Sardegna è stata fortemente influenzata dal saldo naturale negativo, che ha registrato 11.524 decessi in più rispetto ai nati. Con soli 7.242 nati nel 2023, l’Isola ha visto un calo di circa il 6% rispetto all’anno precedente, segnando il nuovo minimo storico delle nascite. Questo declino è dovuto a una combinazione di fattori: la contrazione della fecondità e il calo della popolazione femminile in età riproduttiva, fenomeno che riguarda l’intero paese. Il tasso di natalità sardo, pari a 4,6 per mille abitanti, è decisamente inferiore alla media nazionale (6,4 per mille). Tra le province, il decremento più marcato si è verificato a Cagliari, con una diminuzione del tasso di natalità da 4,9 a 4,5, e a Sassari, dove il tasso è passato da 5,3 a 4,9. Tuttavia, la provincia di Oristano ha registrato un lieve incremento, passando da 4,4 a 4,6.
Nonostante il saldo naturale negativo, il bilancio complessivo della popolazione sarda non è stato completamente negativo, grazie all’apporto positivo del saldo migratorio internazionale. L’immigrazione dall’estero ha infatti contribuito con 3.541 residenti in più. La comunità straniera in Sardegna è composta da 52.041 persone, pari al 3,3% della popolazione regionale, provenienti principalmente da Romania, Senegal e Marocco. Il saldo migratorio con l’estero ha contribuito significativamente a rallentare la flessione demografica, ma non è bastato a compensare il calo naturale. Un altro aspetto che emerge con forza è la longevità della popolazione sarda, che si riflette in un numero maggiore di donne rispetto agli uomini. Le donne costituiscono il 50,9% della popolazione, superando gli uomini di quasi 28.000 unità. Questa disparità è in gran parte dovuta alla maggiore aspettativa di vita delle donne rispetto agli uomini.
L’età media in Sardegna è in costante aumento, passando da 48,4 a 48,8 anni dal 2022 al 2023, una tendenza che riflette l’invecchiamento della popolazione e che interessa in particolare le province di Oristano e Sud Sardegna. Sassari e Cagliari, invece, si mantengono tra le più giovani, con un’età media rispettivamente di 48,1 e 48,4 anni.
Infine, i dati sulla distribuzione della popolazione mettono in evidenza una concentrazione demografica nelle aree urbane, con il 17,1% dei residenti che vive nei due principali centri abitati dell’isola, Cagliari e Sassari, entrambi con oltre 100.000 abitanti. Inoltre, oltre un quarto della popolazione (26,6%) risiede in comuni con una popolazione compresa tra 1.001 e 5.000 abitanti, mentre gran parte della Sardegna, nelle sue aree rurali, continua a vedere un progressivo spopolamento.
Nel 2023, la distribuzione della popolazione nei 377 Comuni sardi mostra una forte concentrazione nelle aree urbane più grandi. Circa il 49,3% dei Comuni ha una popolazione tra 1.001 e 5.000 abitanti, rappresentando il 27% della popolazione regionale. Il 17% vive nei comuni con oltre 100.000 abitanti (Cagliari e Sassari), mentre il 17,6% risiede in quelli con una popolazione tra 20.001 e 50.000 abitanti. Cagliari e Sassari sono i due Comuni più popolosi, con rispettivamente 147.411 e 121.085 abitanti. Quartu Sant’Elena è il terzo Comuni più grande (68.509 abitanti), pur non essendo capoluogo di provincia.
La popolazione di quasi tutti i Comuni ha registrato un decremento tra il 2022 e il 2023, tranne che a Quartu Sant’Elena e Olbia, dove la popolazione è rimasta stabile. I Comuni più piccoli, come Baradili (80 abitanti), mostrano un processo di invecchiamento più marcato, con un’età media di 51,7 anni. Nei Comuni con una popolazione tra 50.001 e 100.000 abitanti, l’età media è più giovane (46,6 anni) e l’indice di vecchiaia più basso (197,7).
I piccoli Comuni (fino a 5.000 abitanti) presentano i tassi di natalità più alti, mentre i Comuni più grandi (oltre 100.000 abitanti) hanno il tasso di natalità più basso (4,3 per mille). Nei piccoli Comuni, il tasso di mortalità è più elevato (17,6 per mille), a causa dell’invecchiamento della popolazione. La presenza di stranieri è più alta nei Comuni tra 50.001 e 100.000 abitanti e in quelli con oltre 100.000 abitanti, mentre nei Comuni piccoli è inferiore, con un tasso migratorio con l’estero più alto nei Comuni più piccoli (3,9 per mille abitanti). Il Comuni di Monastir ha visto un incremento straordinario di stranieri (+363,9%) rispetto al 2022.