La manifestazione della Lega era già stata annunciata in fiera e non era stata spostata a seguito del presunto volantino minatorio nei confronti del leader Matteo Salvini. È quanto emerso oggi davanti alla giudice Cristina Ornano dalla testimonianza dell’ex questore di Cagliari, Luigi D’Angelo, e del capo della Digos del capoluogo sardo, Antonio Nicolli, al processo che vede imputato un attivista sardo, Mauro Aresu, 37 anni, accusato di diffamazione, istigazione a delinquere e minacce nei confronti del leader del Carroccio, per un post su Facebook nel quale evocava piazzale Loreto a Milano, pochi giorni prima di una visita a Cagliari, nel 2017, di Salvini per partecipare al congresso regionale del suo partito.
Chiamati dalla giudice per integrare l’istruttoria dopo i testimoni di accusa e difesa, i due funzionari di polizia hanno comunque confermato che quel documento era conosciuto dalla Questura che aveva predisposto un servizio di sicurezza per l’evento chiedendo anche un rinforzo di 180 uomini, visto che quel giorno a Cagliari c’era anche una partita di calcio di serie A e una di basket, sempre nei pressi della Fiera. Nutrito, in ogni caso, era stato il dispiegamento di forze a protezione dell’appuntamento della Lega, visto che per l’occasione era stata organizzata una contro-manifestazione di antagonisti che era stata richiesta alla Questura, tra gli altri, anche da Mauro Aresu, già conosciuto dai due funzionari di polizia. L’anno prima – hanno poi confermato l’ex questore e il dirigente della Digos – c’erano stati degli scontri in occasione di una precedente manifestazione dei movimenti antagonisti contro l’apertura a Cagliari di una sede della Lega. Sia la manifestazione del Carroccio del novembre 2017 che la contro-manifestazione si erano poi era concluse senza problemi. Davanti alla giudice Ornano il prossimo 8 settembre compariranno invece alcuni funzionari della polizia postale che sono stati chiamati per chiarire se il post pubblicato su Facebook, che aveva fatto scattare la denuncia di Salvini, sia stato materialmente pubblicato da Aresu che – per la Procura – risulta essere l’amministratore della pagina. L’ex ministro dell’Interno si è costituto parte civile con l’avvocata Clavia Eccher di Trento, mentre il giovane imputato è assistito da Marcella Cabras.