Un nuovo enigma divide in due la Sardegna, tra scettici e possibilisti: la presenza (eventuale) di una pantera libera nel Goceano, zona dell’interno che cade nel Sassarese. Paesi piccoli e isolati in cui, secondo quanto racconta supportato da interviste e testimonianze già da ieri La Nuova Sardegna, alcuni animali da pascolo, in particolare mucche e pecore, sarebbero stati dilaniati proprio dal grosso felino. O da un predatore comunque non isolano che si aggirerebbe da mesi nelle campagne: balzi e agguati dal sapore esotico tra i cespugli di macchia mediterranea. Che hanno messo in allarme non solo cacciatori e allevatori, ma ormai anche la gente comune che chiede sicurezza e certezze.
Dopo gli avvistamenti di testimoni tra le campagne di Bultei e Nughedu Sa Nicolò, si è passati alle analisi scientifiche dell’Istituto zooprofilattico sperimentale della Sardegna che vanno avanti da tempo. In particolare, secondo quanto racconta un esperto dell’Osservatorio fauna selvatica dell’Istituto di Sassari le ferite esaminate sulle pecore (alcune ancora vive) sono diverse da quelle provocate da cinghiali e volpi. E c’è una nuova fase: le analisi delle orme e pure dei campioni di peli, o meglio, ipotetica pelliccia nera.
In campo quindi anche i laboratori dell’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) proprio per identificare la specie e risolvere il rebus. Oltre alla caccia palmo a palmo con gli uomini del Corpo forestale, con un nuovo e insolito incarico, e alle tante segnalazioni di volontari un supporto, forse determinante, è in arrivo dalla tecnologia. Pur di scovare il predatore ecco le foto-trappole, piazzate in punti strategici: con particolari sensori sono in grado di immortalare anche al buio nel raggio di 20 metri e far ottenere quindi nuovo e inedito materiale. Più che un selfie in ambiente bucolico.
Ad ogni modo gli esperti del Nord Sardegna lasciano aperte tutte le ipotesi: tra le tesi a supporto della pantera, il fenomeno del mercato clandestino di animali esotici che coinvolge anche l’Isola. La pantera potrebbe esser scappata da una proprietà privata o, più probabilmente, esser stata liberata.
Nelle dettagliate cronache del giornale sassarese i racconti dei cacciatori e allevatori sono quelli più ricchi. Da buoni osservatori del territorio dicono che non si vedono più cinghiali nelle zone indicate: “Forse intimoriti”, questa la spiegazione. E ancora si lasciano andare a descrizioni minuziose delle ferite per sminuire le tesi alternative che parlano di cani randagi piuttosto aggressivi: graffi profondi e lunghi e non morsi. C’è poi chi la pantera l’ha vista durante le battute di caccia e chi nelle aziende agricole: animale nero e grande, testa di gatto e coda lunga. Pronta a saltare con agilità e aggredire e uccidere gli animali da pascolo. Le stime parlano di 100 capi a cui si aggiungono 7 cani. In alcuni casi spariscono e vengono ritrovate le carcasse a grandissima distanza. La notizia è stata poi rilanciata con convinzione da vari giornali online radicati tra Sassari, Olbia e Alghero.
Più distaccato il quotidiano di riferimento del Sud Sardegna, L’Unione sarda. All’allarme pantera dedica appena poche righe nella cronaca locale. Cronaca asciutta delle tecno-strategie messe in campo per scovare l’animale e porre fine ai dubbi. Ma tanti punti interrogativi.
Gli stessi che assillano, ormai, anche gli abitanti del Goceano. Tra i più preoccupati i cercatori di asparagi che un tempo battevano spensierati proprio la zona che ora sarebbe il regno della pantera.
Monia Melis