La morte misteriosa di Manuela Murgia nel ’95, il caso non sarà riaperto. I familiari: “E’ stata uccisa per la seconda volta”

Non sarà riaperto, almeno per il momento, il caso di Manuela Murgia, la ragazzina di 16 anni trovata morta il 5 febbraio 1995 nel canyon di Tuvixeddu. Un caso che quasi venti anni fa fu archiviato come suicidio, ma la famiglia e in particolare il fratello e le sorelle non ci hanno mai creduto: per loro Manuela era stata uccisa.

Proprio per questa ragione hanno continuato a tenere vivo il ricordo della sorella, con appelli, manifestazioni in strada ma anche attraverso una serie di indagini difensive condotte dallo studio legale di Bachisio Mele e dell’avvocata Giulia Lai, incaricati dai familiari, che nel giugno scorso hanno chiesto ufficialmente che il caso venisse riaperto. Ieri è arrivata la decisione del pm Guido Pani che ha respinto la richiesta. I legali adesso stanno valutando come procedere, ma assicurano che continueranno a combattere affinché il caso venga riaperto.

Amareggiati il fratello Gioele e le sorelle Elisabetta e Anna, che hanno affidato a un lungo post su Facebook nella pagina Giustizia per Manuela Murgia il loro sfogo. “Non a tutti i più deboli è concesso avere giustizia – scrivono – esistono morti e morti. Quando sei fortunata, trovi persone che dedicano il loro tempo a darti giustizia e non si fermano davanti a nulla. Ma quando sei sfortunata allora cadi in mani sbagliate, in mani di chi non ha interesse nell’assicurato dei mostri alla giustizia”.

E poi: “Questo è il caso di Manuela Murgia che, a soli 16 anni viene brutalmente assassinata e lasciata in un limbo eterno di ingiustizia”. Poi ripercorrono le fasi delle indagini: “Le immagini di Manuela parlano da sole, secondo loro è precipitata a viso in giù, ma il sangue cola dalla bocca verso l’orecchio – scrivono pubblicando alcune foto – caduta urtando il suolo con la parte anteriore del corpo, ma i danni e le ferite sono posteriori”.

E ancora: “un viso gonfio da pestaggio, torture fatte con un corpo contundente nella schiena, segni di strozzamento sul collo, addirittura un’impronta sul mastoide (dietro l’orecchio), la maglia intima sparita nel nulla”.

I familiari ricordano: “La scientifica indirizzò subito verso l’omicidio, ci chiediamo allora perché vogliono farlo passare per suicidio – sottolineano -. Questa mattina (ieri ndr) Manuela è stata assassinata per la seconda volta – scrivono – chi dovrebbe garantirle giustizia da quasi ventinove anni ha deciso di rigettare l’istanza di riapertura, nonostante le nuove prove fornite. Perché tutto ciò? Cosa si vuole coprire” Gli errori di 29 anni fa? Oppure, cosa più terrificante si vuole coprire qualcuno”. E i familiari assicurano: “Manu noi non smetteremo mai di lottare per te, meriti giustizia”. (ma.sc.)

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