Il cardinale australiano George Pell, figura controversa nella Chiesa cattolica, è morto ieri a Roma all’età di 81 anni per complicazioni cardiache in seguito a un intervento all’anca. Ex arcivescovo di Melbourne e di Sydney, fiero tradizionalista, voluto da papa Francesco come suo stretto collaboratore, ha necessariamente incontrato nel suo percorso anche Angelo Becciu. Quest’ultimo l’ha ricordato rievocando le vicende relative al processo internazionale chiesto dal legale di Pell proprio contro l’ex cardinale.
Pell non aveva mai fatto mancare in Vaticano le sue esternazioni di dissenso verso la gestione finanziaria “degli italiani”, tanto che il suo principale oppositore in Curia era proprio Becciu, privato dal Papa delle prerogative del cardinalato per il suo coinvolgimento nelle accuse sfociate nel processo sul palazzo di Londra e i fondi della Segreteria di Stato.
L’avvocato di Pell chiese persino un’indagine internazionale dopo le indiscrezioni, apparse sulla stampa – poi risultate del tutto infondate – secondo cui Becciu avrebbe disposto bonifici per 700mila euro inviati in Australia per “comprare” gli accusatori di Pell nel processo per pedofilia in cui è stato assolto. Oggi, all’indomani del decesso di Pell, è proprio Becciu a rievocare quei momenti. “Di fronte alla morte sempre ci inchiniamo e raccomandiamo l’anima del Confratello alla misericordia del Signore. Come è noto alle cronache, tra me e Pell vi sono stati dei contrasti professionali. Ma ora egli sta nella Verità: sono certo che ha preso conoscenza del reale svolgimento dei fatti. Prego il Signore che lo perdoni per aver alimentato il calunnioso sospetto che fossi stato io a congiurare contro di lui, addirittura finanziando i suoi accusatori nel processo per pedofilia in Australia. Sono umanamente dispiaciuto della sua morte, riposi in pace”.