La mano bionica sente caldo e freddo: l’ha impiantata un chirurgo di Cagliari

Molto più di una protesi: quasi una mano vera. L’ha impiantata in Svezia, all’ospedale universitario Sahlgrenska di Goteborg, il chirurgo cagliaritano Paolo Sassu (nella foto). L’intervento è unico nel suo genere, il primo a livello mondiale, perché quell’arto bionico è capace di avere sensibilità, grazie “a sedici elettrodi inseriti nel braccio della paziente partendo dall’impianto di una vite in titanio all’interno dell’osso”, ha spiegato Sassu.

Il luminare cagliaritano della mano, 45 anni, specializzato in microchirurgia, ha eseguito l’intervento insieme al collega svedese Richard Brånemark. Ma fuori dalla sala operatoria hanno lavorato anche i professori Max Ortiz e Christian Cipriani, quest’ultimo dell’Istituto di BioRobotica della Scuola superiore Sant’Anna di Pisa (guarda il video sotto). Perché la rivoluzione della protesi bionica, studiata nel progetto europeo chiamato DeTop, è la capacità data alla paziente di sentire il caldo e il freddo o distinguere una superficie ruvida da una liscia.

L’intervento sulla paziente svedese è durato dodici ore. Sassu ha spiegato ancora: “Ogni volta che viene mosso un muscolo”, attraverso gli elettrodi “si attiva una funzione della protesi, come muovere un dito, estendere il polso e così via”. Il chirurgo cagliaritano vive a Goteborg dal 2012. Si era laureato all’Università di Cagliari e nel capoluogo aveva frequentato la scuola di specializzazione in Ortopedia e Traumatologia. Poi la tappa in Francia, a 28 anni, per un master in Microchirurgia. Quindi l’esperienza a Taiwan, poi a Louisville, negli Stati Uniti. Dal 2008 al 2012 Sassu ha lavorato all’ospedale Marino di Cagliari. Infine la scelta di trasferirsi in Svezia, dove Sassu dirige il centro trapianti di mano nell’ospedale universitario Sahlgrenska.

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