La Guardia di finanza scopre maxi evasione fiscale su soldi pubblici per il Sardinia Radio Telescope

Oltre due milioni di euro evasi su redditi che provenivano anche da finanziamenti pubblici concessi per la costruzione e manutenzione del Sardinia Radio Telescope di San Basilio, un’opera destinata alla ricerca scientifica e al monitoraggio delle missioni aerospaziali, affidata dal principale ente di ricerca pubblico italiano per l’astronomia e l’astrofisica e costata oltre 70 milioni di euro. I soldi non versati sono stati recuperati dalla Guardia di finanza che ha svolto gli accertamenti.

Nello specifico le Fiamme gialle hanno rilevato la presenza sul territorio della città metropolitana di Cagliari di una società solo formalmente di diritto estero ma che, nella sostanza, operava in tutto e per tutto come una azienda nazionale, senza però corrispondere le tasse sui redditi che produceva al Fisco italiano.
Schermandosi dietro la “formale” veste giuridica di soggetto estero tale azienda (tedesca) trasferiva i ricavi maturati fuori dal territorio nazionale così avvantaggiando il Paese estero con risorse che sarebbero dovute invece permanere a disposizione della cittadinanza italiana.
Peraltro i redditi conseguiti e sottratti a tassazione provenivano, in parte, da finanziamenti pubblici concessi per la costruzione e manutenzione del Sardinia Radio Telescope.
L’opera, del valore di oltre 70 milioni di euro, finanziata con contributi pubblici, è stata realizzata dall’azienda estera che – secondo gli accertamenti delle Fiamme gialle – ha operato sul territorio isolano per circa 15 anni, avvalendosi per qualche tempo di una consociata italiana appositamente costituita, cui erano stati subappaltati alcuni lavori di manutenzione, senza dichiarare la presenza sul suolo patrio della “Stabile Organizzazione” dell’impresa estera.

E’ stato così possibile accertare che la società estera, invocando lo status di soggetto non residente, ha potuto beneficiare sia nei rapporti economici con il committente che con altre aziende nazionali sub-appaltatrici, di un trattamento fiscale più favorevole omettendo di adempiere a tutti gli obblighi formali e sostanziali in materia di imposte dirette ed Iva cui è soggetta una azienda italiana. L’attività della Finanza ha così consentito all’Agenzia delle Entrate di accertare e riscuotere in una unica soluzione dal soggetto estero maggiori imposte, sanzioni ed interessi dovuti per complessivi euro 1.637.445,80 cui si aggiungono 680.371 euro di Iva non spettante indebitamente rimborsata al soggetto di diritto estero.
Parallelamente, la Guardia di Finanza – anche attraverso i canali della cooperazione internazionale – ha scoperto l’ulteriore occultamento del possesso di capitali e di attività estere di natura finanziaria, illegittimamente detenuti in Svizzera e Singapore (paesi con regimi fiscali privilegiati) e non dichiarati attraverso la compilazione del modello “RW” della dichiarazione dei redditi, per una evasione di circa 11 milioni di euro.

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