La figlia di Doddore Meloni si incatena in tribunale: “Liberate mio padre”

Si è incatenata sulle scale del Palazzo di Giustizia di Cagliari per chiedere la scarcerazione del padre, leader del Movimento indipendentista Meris, in carcere a Uta (Cagliari) da 50 giorni per reati fiscali e in sciopero della fame. La figlia di Doddore Meloni, Francesca, dalle prime ore della mattina ha messo in atto la clamorosa forma di protesta assieme ad altri attivisti del Movimento, imbavagliata e con le catene strette ai polsi, fissate ad un lucchetto della ringhiera esterna al tribunale.

“Abbiamo chiesto gli arresti domiciliari – spiega l’avvocato Cristina Puddu, difensore di Doddore – perché ormai debilitato da 50 giorni di sciopero della fame. Ha perso ormai 30 chili e le sue condizioni non sono più compatibili con quel tipo di detenzione. Se avesse voluto scappare l’avrebbe fatto a suo tempo, quando era partito nei mesi scorsi all’estero”.

La catena di sostegno e solidarietà è iniziata di primo mattino, anche con una raccolta di firme. “Chiediamo che Doddore non sia lasciato morire in carcere – ha ripetuto Cristina Puddu, prima si entrare nel palazzo e incontrare il magistrato di Sorveglianza che dovrà decidere sull’istanza si detenzione alternativa – a protestare c’è la figlia Francesca e le persone che gli sono vicine che si alterneranno in questa denuncia silenziosa contro l’indifferenza”.

Sono circa una decina gli attivisti che si accompagnano alla giovane e che si stanno alternando nella protesta che vuole esprimere – come spiegano gli stessi militanti indipendentisti – anche un segno di vicinanza a Doddore. “Non è una manifestazione – ha precisato il legale – ma un tentativo di combattere contro l’inaccettabile silenzio attorno a questa vicenda”. Condannato a quattro anni e 11 mesi per reati fiscali Doddore Meloni, da tempo protagonista di varie e clamorose battaglie indipendentiste, è rinchiuso in carcere dove ha deciso di attuare lo sciopero della fame.

(foto Ansa)

 

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