La Corte Europea dei diritti dell’uomo ha condannato l’Italia per la violazione del diritto alla salute e alle cure mediche di Simone Niort, un giovane sassarese detenuto da otto anni con gravi disturbi psichiatrici. Niort, recluso dal 2017, avrebbe tentato il suicidio una ventina di volte e compiuto atti di autolesionismo. La Corte ha rilevato che le autorità italiane non hanno valutato in modo rigoroso la compatibilità del suo stato di salute con la detenzione, ignorando un ordine che richiedeva il trasferimento in una struttura penitenziaria più adeguata.
L’avvocata di Niort, Antonella Calcaterra, ha spiegato che la mancata esecuzione del provvedimento ha portato a questa condanna. Patrizio Gonnella, presidente dell’associazione Antigone, ha sottolineato che il caso di Niort è emblematico delle difficoltà che i detenuti con problematiche psichiatriche affrontano nelle carceri italiane, dove spesso non vengono garantite cure adeguate. Niort è noto per un tragico episodio avvenuto quando, nel 2017, aggredì la fidanzata incinta. Da allora, ha affrontato gravi difficoltà psicologiche in carcere, con ripetuti tentativi di suicidio e una continua lotta con l’autolesionismo. Nonostante le sue condizioni, le autorità italiane hanno tardato nel trasferirlo in una struttura più idonea, aggravando il suo stato.