La Confederazione agricoltori alla Regione: “Subito Piano straordinario”

Il Piano di sviluppo rurale non basta, serve un Piano straordinario per l’agricoltura. È la richiesta che una delegazione di allevatori e agricoltori della Cia Sardegna ha rivolto stamattina all’assessore regionale all’Agricoltura Elisabetta Falchi, alla luce del crollo dei prezzi di mercato di latte, grano, carni ed ortofrutta. Un piano per superare il deficit nell’import-export che per il 2015 si attesta a meno 167 milioni di euro (-116 nel 2010), garantire che il funzionamento del marchio qualità Sardegna, favorire la creazione di nuovi strumenti assicurativi e per aggiungere al fondo regionale di garanzia (“che non è sufficiente”) un altro gestito dalla Sfirs.

“Quello agricolo non è un settore in salute come spesso si dice – ha spiegato il presidente della Cia di Cagliari, Francesco Erbì – ognuna delle 13 mila aziende del comparto ovino ha perso ottomila euro”. Il presidente regionale Martino Scanu ha fatto notare che “il grano viene pagato a 20 euro al quintale, nonostante ci si fosse accordati per 28 euro”. Il prezzo del latte riconosciuto agli allevatori si attesta mediamente a 82 centesimi al litro, quando negli ultimi due anni è stato pagato fino a 1,20 euro. Da parte sua l’assessore Falchi ha sottolineato che proprio “la volatilità dei prezzi non aiuta”. Per uscire da questa “dinamica incontrollabile” occorre “lavorare sulla specificità dei prodotti, sulla qualità e sulla tracciabilità”. E poi, “anche gli agricoltori devono fare massa critica e associarsi”. Quanto alla carne bovina, “sarebbe ideale se la filiera si chiudesse qui in Sardegna, ma i primi a crederci devono essere proprio gli allevatori”. Dopo aver incontrato la titolare dell’Agricoltura, i delegati Cia sono stati ricevuti in Consiglio regionale dal presidente della commissione Attività produttive, Luigi Lotto (Pd)e dal vice presidente del consiglio regionale Eugenio Lai (Sel). 

“La Sardegna – ha dichiarato Lai – ha tutti gli strumenti per contrastare il crollo del prezzo del grano e consentire agli agricoltori di ottenere una giusta remunerazione. Uno di questi è il progetto “Semenadura” pensato alcuni anni fa dall’Agenzia Laore e bloccato nel 2013 dalla Giunta Cappellacci. È arrivato il momento di riprendere quel percorso, sono convinto che sarebbe la soluzione giusta per rilanciare il comparto cerealicolo. Si puntava alla creazione di una filiera cerealicola tutta sarda – ha aggiunto Lai – un progetto che coinvolgeva tutti gli operatori del settore: contadini, mugnai, panificatori e pastai per la produzione di pane, pasta e dolci tipici di altissimo pregio. Questo progetto, unito a un virtuoso utilizzo del marchio di qualità, consentirebbe di spuntare un prezzo equo per il grano prodotto senza dover subire le imposizioni del mercato globale”.

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