La catena di Sant’Antonio della truffa, ex broker sotto accusa con mezza famiglia e altri 2

Il gip di Cagliari Ermengarda Ferrarese ha disposto il giudizio immediato per l’ex broker cagliaritano Roberto Diomedi e altre cinque persone, tutte imputate a vario titolo di aver partecipato a un’associazione a delinquere capeggiata da Diomedi. Le accuse sono truffa, violazione del testo unico in materia di intermediazione finanziaria (ovvero attività abusiva di investimento), autoriciclaggio e appropriazione indebita.

Secondo gli inquirenti, come riporta La Nuova Sardegna, l’ex broker 52enne avrebbe messo in piedi un colossale raggiro basato sul cosiddetto Schema Ponzi, ovvero un meccanismo truffaldino che è una sorta di catena di Sant’Antonio economica in cui sta al vertice della piramide intasca i soldi. Tanto che sono decine le denunce di raggiro che hanno portato all’inchiesta. Il valore complessivo della truffa si aggira sui 4 milioni di euro.

Sono 68 le persone che hanno sporto denuncia contro Diomedi (nella foto). Quasi tutte vivono in Sardegna e per la stragrande maggioranza sono rappresentate dall’avvocato Giorgio Bianco, dello studio legale internazionale Giambrone & Partners. L’ex broker, dal canto suo, aveva negato con forza di essere la mente del sistema piramidale ipotizzato dalla Procura di Cagliari.

Sempre secondo il quotidiano di Sassari, il giudizio immediato è stato disposto anche per Barbara Diomedi, 47 anni, sorella di Robero; per Fabrizio Diomedi, 41 anni, fratello; per Valentino Deidda, 39 anni, residente a Villacidro; per Gianni Da Ros, nato a Pordenone, residente in Croazia ma di fatto domiciliato a San Vero Milis. Imputata anche la 33enne Erika Lecca.

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