La casa di riposo trasformata in tomba: morti 9 anziani su 26 e 87% di positivi

Una tomba. Un lager del Covid-19. Così si ricostruisce dai numeri della Divina provvidenza, la casa di riposo che a Sanluri gestiscono le suore. Su ventisei anziani ospitati, sono morti in nove. Il 34,61 per cento. E se non fosse stato per il sindaco Alberto Urpi che si impuntò, decise la chiusura della struttura con un’ordinanza e sollecitò all’Ats di fare tampone anche tutto il personale, oggi quei numeri sarebbero ben peggiori. Il caso, di certo, è già in mano alla Procura di Cagliari che ha acquisito tutte le cartelle cliniche delle vittime. 

I numeri della Divina provvidenza fanno paura. Era il 23 marzo quando Urpi blindò la casa di riposo. Allora si contavano già tre morti. I primi tre. Dai tamponi fatti emerse poi il secondo pezzo della tragedia: venti di quei ventitré anziani che allora si erano salvati, sono risultati positivi al coronavirus. Stiamo parlando dell’86,7 per cento. Un’epidemia che non tardò a portare altra morte in quel palazzo bianco-grigio di via Roma. I decessi, infatti, sono saliti a nove nel giro di poche settimane. L’ultimo è del 15 aprile.

Il sindaco Alberto Urpi

Non è andata meglio col personale che lavora nella struttura: su 14 lavoratori, hanno contratto il Covid-19 in otto. Stiamo parlando del 57,14 per cento. Dall’epidemia non si sono salvate nemmeno le persone che gestiscono la casa di riposo: una suora su tre ha contratto il virus, che ha colpito anche una delle due laiche che ugualmente vivono in quel palazzo.

Urpi, contattato da Sardinia Post, ricostruisce queste settimane di morte e contagi. E dice: “A Sanluri non sono mancate le polemiche per la decisione di blindare la struttura, obbligando a restare lì, giorno e notte, anche il personale, in attesa degli esiti sui tamponi. Oggi possiamo dire che ci abbiamo visto e lungo e non abbiamo sbagliato: una decisione diversa avrebbe portato alla diffusione del virus, con conseguenze devastanti per l’intera comunità – continua la fascia tricolore -. Attualmente, invece, al di fuori della struttura si registrata un solo caso di Covid-19, di una persona che ormai è anche guarita. Prevenzione e tempestività nell’adozione delle misure anti-contagio spettano anche un sindaco, in quanto autorità sanitaria di un Comune. Tutelare la salute pubblica è un dovere e nel rispetto di quel principio abbiamo agito”.

Il lavoro della Procura di Cagliari sarà lungo. In primo luogo andranno accertate le responsabilità su una eventuale mancata applicazione delle misure di prevenzione. Protocolli che fanno parte di una lunga catena di comando su cui alla magistratura spetta la ricostruzione. Incluso l’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale che andavano consegnati al personali sanitario della struttura.

Al. Car.
(@alessacart on Twitter)

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