Johnny lo zingaro, i sindacati di polizia: “Adesso rivedere sistema dei permessi”

“Ai colleghi delle squadre mobili di Sassari e Cagliari, a quelli del Servizio centrale operativo di Roma per la Polizia di Stato e a quelli del Nucleo investigativo centrale di Roma della Polizia penitenziaria vanno le nostre congratulazioni per essere riusciti, lavorando in perfetta sinergia, ad individuare e catturare il pericoloso latitante che, tra le numerose imprese criminali nel 1987, durante una delle precedenti evasioni, aveva assassinato a sangue freddo l’agente della Polizia di Stato, Michele Giraldi e ferito gravemente il collega Mauro Petrangeli, entrambi del Commissariato X Tuscolano”. Così Vincenzo Chianese, segretario generale di Es Polizia, sulla cattura di Johnny ‘Lo zingaro’. “Questa ennesima evasione è una delle moltissime prove tangibili del fatto che l’attuale sistema che regola la concessione dei permessi premio ai detenuti non funziona come dovrebbe e va assolutamente cambiato – ribadisce Chianese – così come devono cambiare le regole interne alle carceri dove, complici anche un sovraffollamento indegno di un Paese civile e gli organici del personale drammaticamente carenti, si moltiplicano le quotidiane e talvolta feroci aggressioni ai poliziotti penitenziari: ci auguriamo che questo appello non rimanga inascoltato, come i precedenti”.

Dello stesso avviso la Uilpa Polizia penitenziaria. “Chiediamo al Governo, al ministro della Giustizia e, più in generale, alla politica di avviare un percorso di revisione del modello di esecuzione penale mirando a una migliore coniugazione delle finalità rieducative della pena con le esigenze di sicurezza del Paese – ha detto Gennarino de Fazio, segretario generale del sindacato -. Le evidenti falle nel sistema, che provocano questo tipo di effetti indesiderati, rischiano di rimettere pericolosamente in discussione alcuni istituti che si incardinano nel sistema di esecuzione penale per come voluto dalla Carta costituzionale, ma soprattutto creano insicurezza nei cittadini e frustrazione nelle Forze dell’Ordine, che vedono svilito il loro sacrificio. Le procedure, le modalità e, soprattutto, il sistema dei controlli per almeno determinate categorie di detenuti che fruiscono di benefici di legge devono essere rivisti e potenziati, anche attraverso un maggiore e più pregnante coinvolgimento della Polizia penitenziaria”.

Sul tema è intervenuto anche il portavoce dell’associazione Nazionale Funzionari di Polizia, Girolamo Lacquaniti. “La cattura di Giuseppe Mastini ci offre motivi di soddisfazione per la puntuale risposta che, ancora una volta, è stata data in termini di sicurezza per il Paese. Il successo investigativo non può e non deve comunque far venire meno la necessità di una riflessione sul sistema delle concessioni di permessi premio per i detenuti – sottolinea -. Riteniamo che per evitare che in futuro possano avvenire casi analoghi, occorra una rivisitazione normativa dell’attuale sistema. Spesso, infatti, al termine di ispezioni e verifiche sull’operato degli uffici di sorveglianza, l’esito dimostra che comunque i magistrati si sono attenuti a quanto previsto dalle norme. Ecco perché auspichiamo con forza un intervento legislativo che riduca le possibilità di accedere ad istituti premiali per coloro i quali sono stati condannati per determinati delitti ed escluda coloro i quali si rendano protagonisti di evasioni”.

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