Italia verso stop a esportazione di armi. Rwm annuncia tagli in fabbrica Sulcis

Stop all’esportazione di armi dall’Italia verso l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi finché non ci sarà una svolta nel processo di pace con lo Yemen. È questo lo scenario che si delinea nel caso in cui il Governo confermerà l’impegno previsto da una mozione presentata dalle forze di maggioranza (Lega e M5s) e approvata alcuni giorni fa alla Camera. La richiesta è quella di sospendere le esportazioni di bombe d’aereo e missili che possono essere usati contro i civili.  “Confidiamo – aveva sottolineato il senatore M5s Gianluca Ferrara – che la mozione porti all’immediato stop di queste forniture militari, autorizzate nel 2016 dal governo Renzi, che continuano a partire dalla Sardegna“.

E proprio nell’Isola un primo effetto la mozione l’ha già avuto. Ai lavoratori della Rwm di Domusnovas, fabbrica in cui vengono prodotte le bombe, è arrivata una lettera firmata dal direttore generale di Rwm Italia, Fabio Sgarzi: contratti rinnovati solo per il breve periodo e stop all’ingresso di nuovi lavoratori “eccezion fatta per quelli non differibili per garantire il buon andamento dell’azienda”. Così la lettera dai vertici della società: “Come potete ben immaginare – prosegue – questa decisione del Parlamento avrà un pesantissimo impatto sull’azienda e sui lavoratori di tutti gli stabilimenti (anche a Brescia, ndr), ma dovremo comunque attendere le disposizioni di dettaglio del Governo prima di prendere qualunque decisione in merito. Sono allo studio misure di contingenza tese a garantire il buon andamento della società e a preservare il maggior numero di posti di lavoro possibili”.

Di diverso tenore il commento del Comitato riconversione Rwm che invece aveva accolto con soddisfazione l’approvazione del documento approvato alla Camera. Gli attivisti chiedono l’interessamento del presidente del Consiglio Conte, del presidente della Regione Solinas, del Consiglio regionale, dei sindacati e del mondo imprenditoriale e accademico, “al fine di promuovere e sostenere, in maniera coesa, la messa in atto di attività alternative a quelle della produzione di bombe, anche con una appropriata legge regionale”. L’obiettivo dichiarato è quello di salvaguardare i circa 300 posti di lavoro della fabbrica sarda. Per il Comitato la mozione rappresenta un “risultato importantissimo per tutte le organizzazioni della società civile italiana ed europea per la promozione della pace in Yemen e nel mondo”. Dall’inizio del conflitto con i ribelli yemeniti Huthi, nel marzo del 2015, secondo l’Onu almeno 7.000 civili sono stati uccisi e più di 11.000 sono rimasti feriti nei combattimenti. Il 65% delle morti è stato attribuito agli attacchi aerei della coalizione guidata dai sauditi.

Andrea Deidda

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