L’anno zero per gli uffici giudiziari galluresi, stando alle aspettative del presidente del tribunale di Tempio Giuseppe Magliulo, è cominciato il 13 settembre, con l’ispezione ministeriale da lui sollecitata al ministero della Giustizia per mettere un punto fermo sulla situazione da collasso che attanaglia da sempre il palazzo di giustizia di Tempio.
“Saranno i risultati che scaturiranno alla fine della ispezione – ha spiegato questa mattina il presidente Giuseppe Magliulo – a dare nuovo impulso alla attività giudiziaria. Ho chiesto che fosse effettuato un check up completo sulle pendenze nel campo penale, civile, sulle procedure esecutive, fallimentari e sulla amministrazione del palazzo a partire dal 2010, quindi quattro anni prima dell’ultima ispezione ministeriale, che è stata effettuata nel 2014. Lo staff di ispettori che è stato inviato dal ministero, diretto dalla collega Paola Della Monica, è il più qualificato per fornire, una volta completate le verifiche, quei suggerimenti necessari per far ripartire l’attività giudiziaria. La loro professionalità è piena garanzia per poter dare una svolta al tribunale gallurese, da sempre carente a livello strutturale, di organici nella magistratura e di personale amministrativo, oltre che di un cancelliere dirigente, figura della quale si sente la necessità e impronta direttiva dopo 14 anni di assenza di una figura apicale di tale rilevanza. Basta dire che in assenza di tale funzionario è il sottoscritto a dover prendere decisioni che non competono il ruolo del magistrato, deputato a ben altra funzione. Anche questo aspetto, unito alle altre mille carenze che ho riscontrato negli uffici giudiziari da me diretti, è stato portato a conoscenza dell’ispettorato del ministero della Giustizia, già relazionato dal mio uffici a partire dal mese di luglio”.
“Ho preso a cuore, come mio costume, la funzionalità di questo tribunale, e spero sin dai prossimi mesi di far ripartire l’attività giudiziaria. Atti dovuti a coloro che chiedono giustizia e la attendono da anni. Non è infatti possibile, come ho avuto modo di riscontrare, che sentenze emesse nel corso degli anni non abbiano avuto la esecutorietà dovuta. Un esempio – ha sottolineato il presidente Magliulo – è quello della esecuzione delle pene. Non è plausibile, a distanza di sei, sette anni dalla sentenza passata in giudicato, bussare alla porta del condannato che magari si è rifatto una vita dopo aver commesso un reato 14 o 15 quindi anni prima, e dirgli che deve finire in carcere per espiare una pena. L’applicazione della legge deve essere certa e immediata, è questo che io intendo per giustizia. Casi di questo genere ne ho riscontrati a decine, e tutti segnalati, per dovere di giustizia, al ministero”. Giuseppe Magliulo, ex ispettore generale del ministero delle Giustizia, è un fiume in piena nel spiegare come ha ottenuto i finanziamenti per rinnovare l’intero arredamento del tribunale, dopo oltre venti anni di abbandono totale. I numeri del tribunale sono da brivido. La percentuale di prescrizione delle cause pendenti al tribunale gallurese supera il 30 per cento in primo grado (nel resto d’Italia, eccezion fatta per alcune “nicchie” giudiziarie, si viaggia attorno al 45 per cento) che raggiunge il 70 per cento con l’appello. Situazione di denegata giustizia, questa, dovuta agli immensi carichi di lavoro e al pregresso che non può essere smaltito dai pochi magistrati in servizio, sette su quindici presenti in organico, che debbono occuparsi di oltre 9000 fascicoli pendenti dal 2014. Quando le pendenze erano di 3500, prima dell’accorpamento della sede staccata di Olbia.
Altro istituto delicatissimo affrontato di petto dal presidente Giuseppe Magliulo è quello delle esecuzioni immobiliari e il fallimentare. Mentre quest’ultimo settore procede con regolarità, le procedure esecutive – la spina nel fianco degli uffici giudiziari galluresi, che ha portato all’incriminazione di magistrati, avvocati, cancellieri e acquirenti – avrà nuovo impulso a partire dalla delega del giudice delle esecuzioni per le vendite giudiziarie. Che saranno assegnate, con rigida turnazione , ai professionisti iscritti in uno speciale albo già concordato e approvato dai relativi ordini professionali che include notai, avvocati e commercialisti.
L’ispezione negli uffici giudiziari tempiesi, portata avanti da due magistrati e sette dirigenti di cancelleria, andrà avanti sino a metà di dicembre, Le verifiche riguardano anche la Procura della Repubblica di tempio e gli uffici Unep, cioè il settore delle notifiche curato dagli ufficiali giudiziari.
g.p.c.