Sta facendo il giro d’Italia la storia di un geografo e naturalista nuorese che, da convinto sostenitore della bioedilizia, aveva fatto coibentare la propria casa con un famoso isolante realizzato in sola lana di pecora e venduto come ‘green’ al 100 per 100. Invece si è trovato l’abitazione invasa da migliaia di tarme, una figlia che ha sviluppato una forma asmatica in seguito all’esposizione agli insetti e la scoperta che in realtà il materiale utilizzato era stato trattato con un insetticida.
La storia è venuta fuori in seguito alla vittoria di Matteo Cara – questo il nome dell’ambientalista nuorese – davanti al Tribunale civile di Nuoro. Cara, grazie al lavoro certosino degli avvocati Paolo Solinas e Filomna Masuri, è riuscito a far scoporire tutta la verità su quell’isolante prodotto dalla ditta Tessile Crabolu di Bitti e venduto col marchio Edilana, l’impero bio di Daniela Ducato, Cavaliera del lavoro per l’innovazione nel 2015, premiata da Sergio Mattarella al Quirinale e pochi giorni fa dimissionaria dalla presidenza di Wff Italia a meno di due mesi dalla nomina.
L’isolante in questione è l’Edilana Mat 5 ‘D40’ che, quando il geografo nuorese aveva costruito casa, veniva venduto così: “Materassino agugliato, 100% pura lana vergine di pecora autoctona di Sardegna per l’isolamento termico-acustico e il benessere igrometrico”. Cara aveva fatto utilizzare il prodotto per isolare tetto e pareti. Nel giro di qualche tempo hanno cominciato a venire fuori le tarme. “Uscivano anche dalle prese di corrente”, hanno documentato gli avvocati Solinas e Masuri. Un’invasione. Letteralmente.
I lepidotteri vanno ghiotti di lana. Ma sempre nella scheda del prodotto si leggeva: “Mat 5 ‘D40’ ha protezione antitarme, senza additivi anticombustione, senza allergeni, da posare senza velo
antipolvere”. Invece, in sede di perizia, un tecnico della stessa ditta di Bitti ha spiegato e poi messo nero su bianco che i materassini agugliati venivano immersi in un insetticida, proprio con l’obiettivo di evitare la formazione degli insetti, è stato un altro punto a favore del geografo incassato dagli avvocati Solinas e Masuri.
La causa civile è stata vinta contro la Tessile Crabolu, portata in giudizio in qualità di azienda produttrice e condannata a pagare al geografo un risarcimento di 39mila euro dal giudice Salvatore Falzoi. Soldi che adesso il geografo dovrà usare per richiamare i muratori e rifare l’isolamento termico alla propria casa. In questi anni, infatti, le tarme hanno letteralmente divorato la lana di pecora, quindi l’abitazione non ha più coibentazione. Non solo: siccome gli insetti si sono riprodotti a dismisura, l’ambientalista nuorese, che voleva la casa ‘al naturale’, dovrà pure chiamare una ditta per far disinfestare la casa con l’uso di insetticidi. Ovvero con un prodotto chimico che per il geografo votato alle politiche verdi doveva essere una soluzione da evitare a monte.
La ditta di Bitti ha già annunciato ricorso in appello. Tuttavia il pagamento del risarcimento è immediatamente esecutivo. Il geografo nuorese potrà almeno iniziare i lavori edili a stretto giro, anche per tutelare la salute della figlia che in questi anni ha avuto problemi respiratori in seguito al disastro tarme causato dall’isolante bio.