Infermiera e agente presi a pugni da un detenuto a Uta

Una infermiera e un agente della polizia penitenziaria presi a pugni da un detenuto. È accaduto nel carcere di Uta. L’infermiera ha riportato la rottura di un dente e diverse tumefazioni, contuso anche il poliziotto. L’aggressione è stata resa nota dal segretario generale della Sardegna della Uil-Pa Penitenziaria, Michele Cireddu.

“Il detenuto ha sferrato dei pugni al volto dell’infermiera causandole tumefazioni e la rottura di un dente ed altrettanti pugni all’agente che ha cercato di bloccarne la furia aggressiva – spiega in una nota il sindacalista -. È surreale pensare che ormai gli operatori rischiano la propria incolumità e vengono esposti e abbandona ti ad ogni tipo di aggressione fisica e psicologica”.

Cireddu segnala poi i problemi del penitenziario: “Turni massacranti – dice – addirittura ci segnalano che alcuni agenti sono costretti a lavorare per 12 ore di fila, nessuno strumento per la protezione dalle aggressioni, nessuna linea guida, la carenza organica in tutti i ruoli e una miriade di eventi critici che sembrano non preoccupare ne il Ministro ne il Capo del Dipartimento. È ormai una situazione al limite della legalità che merita un immediata ispezione del Dap”.

Sul caso è intervenuto anche il deputato di FdI, Salvatore Deidda: “La violenta aggressione ai danni di una infermiera e di un agente della polizia penitenziaria nel carcere di Uta, è l’ennesima dimostrazione della grave situazione che si vive all’interno degli Istituti sardi e italiani – sottolinea – e che il Governo, anche con la ministra Cartabia, non sta affrontando con la dovuta celerità, attenzione e sensibilità”. Deidda sollecita un intervento del ministro e del governo “per dare risposte concrete sui problemi che denunciamo da anni”.

“La situazione delle carceri sarde sta tornando a livelli allarmanti senza vedere gli auspicati provvedimenti correttivi, anche in relazione al fatto che mancano i direttori, i comandanti di reparto ed i sottufficiali pressoché in quasi tutte le sedi”. Ha detto il segretario regionale del Sappe, Luca Fais che chiede un intervento immediato: “Il ministero della Giustizia ed i vertici dell’Amministrazione Penitenziaria devono mandare con urgenza una ispezione a Uta, che faccia luce sulle tante e troppe cose che non vanno”.

Donato Capece, segretario generale del Sappe, chiede “ai vertici del ministero della Giustizia e dell’Amministrazione Penitenziaria di dare vita ad un tavolo di confronto per affrontare gli eventuali interventi da adottare, in primis le tutele da garantire al personale in servizio”.

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